Ci sono delle importanti novità che riguardano la tassazione del TFR e del TFS: scopriamo quali sono i cambiamenti.
Il trattamento di fine rapporto e il trattamento di fine servizio rappresentano una retribuzione aggiuntiva che spetta al lavoratore privato o del settore pubblico, al termine del rapporto di lavoro.
Secondo quanto stabilito dal diritto del lavoro è compito del datore di lavoro accantonare ogni anno una somma di denaro proporzionata alla retribuzione di ogni singolo dipendente. L’importo accantonato sarà, poi, riconosciuto al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, a prescindere dalla causa.
Fermo restando che il lavoratore in possesso di determinati requisiti e in presenza di motivazioni ben precise ha la possibilità di chiedere un anticipo del trattamento, nel corso del rapporto di lavoro.
Intanto, si sta discutendo in merito alla nuova riforma fiscale che dovrebbe introdurre nuove tassazioni proprio sul TFR e sul TFS. Al momento ci sono diverse ipotesi in discussione: scopriamo cosa attende i lavoratori per il futuro.
TFR e TFS: nuova tassazione in vista
In base alle ultime informazioni, la riforma fiscale che modificherà la tassazione per TFR e TFS per dipendenti statali, al momento, prevede diverse ipotesi in discussione.
La prima ipotesi al vaglio del Governo è quella di detassare sia l’anticipo del TFR e TFS che la liquidazione complessiva del trattamento, portando l’aliquota al 15%. In alternativa, si potrebbe limitare la detassazione solo al momento della riscossione dell’intero importo. In questo caso, la riduzione delle tasse non riguarderebbe anche l’anticipo sul Tfr o sul Tfs.
La terza ipotesi, invece, prevede di concedere degli sconti sulle tasse da pagare solo quando la somma di denaro accantonata è investita in fondi pensione. In questo caso, la detassazione avrebbe lo scopo di incentivare il ricorso alla previdenza complementare.
Di fatto, in base a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico i lavoratori hanno la possibilità di scegliere di lasciare il trattamento di fine rapporto in azienda oppure di destinarlo a fondo pensione previsto dal proprio contratto collettivo nazionale.
Quest’ultima opzione potrebbe prevedere una detassazione incentivante.
La quarta ipotesi prevede di ridurre le tasse sul trattamento tramite il quoziente familiare. Si tratta di una soluzione che è già attiva in altri paesi e che permette di detassare il TFR o il TFS, solo in presenza di determinate condizioni di tipo reddituale e familiare.
Attualmente il trattamento di fine rapporto per i dipendenti pubblici prevede di individuare una base imponibile sulla quale si va ad applicare una quota percentuale pari al 26,04%. In sostanza, un quarto del TFR non è tassato.
Una volta individuata la base imponibile questo sarà ulteriormente ridotta di 309,87 euro per ogni anno di servizio. I dipendenti pubblici hanno la possibilità dunque di beneficiare di un ulteriore detassazione che si applica solo sui primi 50.000€.