Se a luglio, per i lavoratori dipendenti arriveranno buone notizie, c’è incertezza sul 2024. Le importanti dichiarazioni del sottosegretario Leo
La crisi economica che stiamo vivendo ha posto nuovamente al centro del dibattito politico il tema degli stipendi che si percepiscono in Italia. Da più parti si chiedono aumenti ai salari, soprattutto a partire dal prossimo anno, quando la crisi dovrebbe continuare a mordere. Sul punto, oggi, arriva la risposta da parte di uno degli esponenti più importanti del Governo presieduto da Giorgia Meloni.
La situazione economica mondiale è conseguenza diretta della pandemia da Covid-19 che, ovviamente, ha messo a dura prova il sistema finanziario di tutti gli stati del pianeta. Abbiamo assistito in questi mesi a rincari in ogni settore. A pesare sulle tasche degli italiani, in particolare, l’inflazione, che ne ha eroso il potere d’acquisto.
Per il 2023, consapevole delle difficoltà vissute dal Paese, il Governo di centrodestra ha stanziato circa 8 miliardi di euro per introdurre lo sgravio contributivo per le buste paga con imponibile lordo fino a 2.692 euro. Il cosiddetto, potremmo dire famigerato, taglio del cuneo fiscale.
Peraltro a luglio per i lavoratori arriveranno altre ottime notizie, con un ulteriore 4%. Quindi, dal 3% dello sgravio previsto dal cuneo fiscale si arriverà a uno sgravio del 7% per tutti coloro che hanno uno stipendio fino a 1.923 euro e del 6% per chi pur superando questa soglia rientra nel limite di 2.692 euro.
Bene, ma non benissimo si potrebbe dire. Già perché se quanto detto è sicuramente qualcosa di positivo, c’è invece grande incertezza su quello che sarà nel 2024. Ecco la risposta che è arrivata dal Governo sul punto.
Aumento degli stipendi nel 2024? La risposta del Governo
A parlare è una delle persone che ne hanno maggiore diritto, uno degli esponenti più importanti dell’Esecutivo presieduto da Giorgia Meloni: il sottosegretario di Stato all’Economia, Maurizio Leo. Ecco cosa ha risposto a domanda diretta.
Come dicevamo, uno dei problemi maggiori per il cittadino italiano medio deriva dall’inflazione che ne ha eroso il potere d’acquisto. Il sottosegretario ha innanzitutto annunciato che il Governo interverrà sulle retribuzioni tutelandone il potere d’acquisto: dalle deduzioni per la formazione, fino alla possibilità che il taglio del cuneo venga reso strutturale.
Sul fatto che gli sgravi possano continuare anche nel 2024, il sottosegretario è stato però un po’ criptico: “Il lavoratore dipendente deve essere aiutato, noi guardiamo al lavoratore dipendente con la stessa attenzione con cui guardiamo alle imprese e agli autonomi”. Ma a preoccupare è il tema risorse: confermare uno sgravio di tale misura anche nel 2024 richiederebbe un esborso di circa 10 miliardi di euro. Riuscirà il Governo Meloni a trovare una cifra del genere?