Sapete quali sono i materiali tessili dei vestiti? Le loro caratteristiche e classificazioni? Ve lo diciamo noi.
Nel mondo tessile ci sono tanti prodotti e materiali che vengono confusi, ognuno ha delle caratteristiche principali, definizioni e le classificazioni. I materiali tessili fondamentalmente si suddividono in grandi gruppi che a loro volta vengono suddivisi in tessuti, maglieria e non tessuti o accorpati.
Il tessuto è l’incrocio ortogonale dei fili orizzontali di trama con quelli verticali. Il prodotto che si ottiene ci permette di togliere i fili di trama da un lembo o ordito in modo indipendente. Così vengono costruiti tutti i tessuti nelle loro varie composizioni e differenti intrecci.
Il tessuto a maglia è il risultato dell’evoluzione di un unico filo che forma un prodotto solamente intrecciandosi su sé stesso. Il risultato è di un tessuto morbido e cedevole. Viene anche chiamato maglia in trama, quando tirando il filo la maglia si disfa. Quando invece non si può disfare perché l’intreccio rimane morbido e di vari fili allora viene chiamata maglia in catena.
La maglia si crea usando apposite macchine per maglieria. Infine ci sono i non tessuto o accorpati che si creano grazie ad un’operazione di aggrovigliamento e pressatura di fibre discontinue che provengono da cascami della lavorazione dei filati, che costruiscono uno strato compatto.
Come riconoscere i tessuti dalle etichette
Le etichettature tessili sono le indicazioni che appaiono per legge sulle etichette che ogni capo di abbigliamento in commercio deve per forza avere. Le etichette devono riportare la composizione del tessuto e anche le modalità di lavaggio. Deve anche essere presente la composizione dei filati usando le sigle o il nome per esteso del filato. Di solito si inserisce prima la percentuale più alta, quindi lana 60% e poliestere 40% per esempio. È obbligatorio indicare nell’etichetta la composizione, altrimenti si prende una multa.
A regolamentare le denominazioni delle fibre ci pensa il decreto legislativo con le sigle che indicano la composizione della fibra. Tra le più note troviamo WO-lana ottenuta dalla rigenerazione di tessuti di lana, WP-alpaca, LI-lino, JU-juta, VI-viscosa, PA-poliammide, PL-poliestere e anche WV-lana o fibra tratta dal vello della pecora. Possiamo anche trovare il simbolo del cotone con scritto 100% cotton, oppure quello della lana con scritto Pura lana vergine.
Le etichette di norma presentano altri simboli che riguardano la manutenzione del capo. Sono più che altro indicazioni sul lavaggio, quindi ci dicono se quel capo può essere lavato in lavatrice, oppure se può essere solamente lavato a mano. Se può andare in asciugatrice oppure no e anche se può essere stirato o meno.
Di norma appaiono i simboli vaschetta-lavaggio in acqua (il numero che contiene all’interno è la temperatura a cui lavare il capo. Se all’interno c’è una mano, vuol dire che bisogna lavare il capo a mano), triangolo-candeggio (se c’è una X non si può lavare il capo con la candeggina) quadrato-asciugatura (indica se il capo la sopporta o meno) e cerchio-lavaggio a secco.
Le fibre tessili sono l’insieme dei prodotti fibrosi che si uniscono tra loro tramite la filatura per la produzione di filati che poi diventano tessuti. Il filato è quindi un insieme di fibre discontinue unite dalla torsione. Ci sono fibre naturali, minerali e anche chimiche che si dividono in artificiali e sintetiche.