Per andare in pensione qualche anno prima è possibile ricorrere alla totalizzazione dei contributi. Vediamo di cosa si tratta.
Spesso ci sono possibilità di prepensionamento che nemmeno conosciamo. In questo articolo vi spieghiamo cos’è la totalizzazione dei contributi e quali sono i requisiti necessari per chiederla.
Cosa fare se, nel corso della vita, si sono versati contributi con enti differenti? C’è forse il rischio di perderli o possono essere sfruttati ai fini della pensione? La risposta è sì: possiamo utilizzare tutti i contributi versati anche presso enti diversi, nulla andrà perso. Devono solo essere riuniti e la procedura per farlo si chiama totalizzazione.
In pratica la totalizzazione è una soluzione che permette ai lavoratori di cumulare tutti i contributi versati a differenti enti o gestioni previdenziali. A differenza della ricongiunzione, la totalizzazione dei contributi è gratuita e i periodi di contribuzione maturati possono essere combinati per ottenere un’unica pensione pari alla somma dei diversi trattamenti previdenziali di ciascun ente.
Totalizzazione dei contributi: ecco come funziona
La totalizzazione dei contributi consente anche di poter andare prima in pensione riunendo tutti i contributi versati a enti diversi. Questa misura si rivolge a una vasta gamma di lavoratori, inclusi quelli iscritti alla Gestione Separata INPS e alle Casse di Previdenza.
Si può richiedere la totalizzazione dei contributi per la pensione di vecchiaia, per la pensione di anzianità, per inabilità e anche per la reversibilità. Tuttavia, il contribuente non deve aver già fatto la ricongiunzione dei contributi e non deve già percepire una pensione autonoma presso una delle gestioni incluse nella totalizzazione. L’importo dell’assegno previdenziale cambierà a seconda di quando il contribuente ha iniziato i versamenti: se tutti i contributi sono stati versati dopo il 1995, si applicherà il sistema contributivo puro; se una parte di contributi sono stati versati entro il 1995, il sistema di calcolo sarà quello misto.
Come anticipato, si può chiedere la totalizzazione anche per le pensioni di inabilità. In questo caso, la pensione sarà soggetta alla normale tassazione IRPEF ma saranno previste anche agevolazioni come i trattamenti di famiglia e le maggiorazioni sociali. Inoltre non saranno applicate trattenute per redditi da lavoro dipendente o autonomo e non si riconoscerà l’integrazione al trattamento minimo. Per avere diritto alla pensione di inabilità, è necessario dimostrare la totale e permanente inabilità a qualsiasi tipo di lavoro. Tale requisito dovrà essere verificato dall’ultimo ente di gestione a cui il soggetto è stato iscritto.
Per fare domanda di pensione di inabilità con la totalizzazione dei contributi, il soggetto interessato deve presentare la richiesta presso l’ente previdenziale al quale è iscritto o, in caso di cessazione dell’attività lavorativa, l’ultimo ente presso cui è stato iscritto. Nella domanda devono essere indicati tutti gli enti previdenziali presso i quali il lavoratore ha versato i contributi. L’ente che riceve la richiesta di pensione, avrà poi il compito di coordinarsi con tutti gli altri enti previdenziali interessati.