L’Europa entra anche nel carrello della spesa. Le nuove direttive europee rischiano di mandare in rovina famiglie e aziende.
Un mondo Green è davvero possibile? Le direttive europee cercano di andare in questa direzione ma il rischio è quello di mandare in rovina tanto le aziende quanto le famiglie.
Che cosa significa sostenibilità? Inquinare meno? Avere un impatto minore sull’ambiente? Certamente. Ma non solo. Una rivoluzione Green, cioè fatta in nome dell’ambiente e a beneficio di tutti, non può non tenere conto della reale situazione economica dei cittadini. Una rivoluzione Green deve essere sostenibile anche sotto il profilo economico. E a farne le spese non possono e non devono essere coloro che già hanno redditi più bassi.
Le recenti direttive europee prevedono importanti lavori di ristrutturazione agli edifici che entro il 2030 dovranno essere almeno di “classe energetica E” ed entro il 2033 almeno di “classe energetica D”. Ma non è tutto: presto dovremo abbandonare definitivamente le caldaie a gas, i fornelli a gas e dovremo sostituire frigoriferi, freezer, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici e forni con elettrodomestici di categorie superiori che consumano meno. La spesa non sarà esigua. E ora L’Europa ha deciso di aggiungere un altro tassello: gli imballaggi degli alimenti.
Nuove direttive europee: cosa non potremo più comprare
Utilizziamo troppa plastica? Certamente, questo è fuori discussione. La plastica inquina e comporta un enorme dispendio energetico per essere smaltita? È innegabile. La soluzione è abolirla del tutto? Non ne sarei così sicura e non lo sono nemmeno le aziende direttamente coinvolte.
Le nuove direttive europee parlano chiaro, anzi parlano green: gli imballaggi di plastica devono progressivamente sparire. Fin qui tutto giusto: la plastica può essere sostituita con bioplastica e le aziende che producono plastica possono essere convertite alla produzione di bioplastica. Il problema è l’Europa, per ridurre la plastica, vuole eliminare tutta una serie di prodotti dagli scaffali del supermercato. Prodotti che, quindi, noi non potremo più acquistare.
Stando alle nuove direttive, infatti, le confezioni saranno ammesse solo in formati grandi, non inferiori a 1,5 kg. Addio, quindi, a buste di insalata da 200 grammi, addio ai pomodorini nelle vaschette da 500 grammi. Addio a un sacco di altri prodotti in piccoli formati che ogni giorno vengono acquistati da milioni di persone. A essere penalizzati saranno i single o le coppie senza figli che tendono a comprare confezioni più piccole per evitare che il cibo venga sprecato. A questo punto si aprono due possibili scenari:
- o tutti – anche chi vive da solo – inizieranno a comprare formati grandi e lo spreco di cibo aumenterà;
- o milioni di persone smetteranno di acquistare i prodotti in busta a causa dei formati troppo grandi, centinaia di aziende falliranno e milioni di persone resteranno senza lavoro.
Nessuna di queste due ipotesi sembra sostenibile.