In tema pensioni si discute sul futuro di Quota 41. Resterà solo per i precoci o annetterà nuovi destinatari? Facciamo il punto della situazione.
La Riforma delle Pensioni continua a farsi attendere. Arriverà nel 2024? Nessuna certezza al momento, solo ipotesi.
I lavoratori attendono da anni una Riforma delle Pensioni che introduca nel panorama pensionistico italiano scivoli strutturali flessibili e che non comportino riduzioni dell’assegno. Nel 2022 a causa della guerra in Ucraina e del cambio di Governo la questione “pensioni” è stata accantonata ma nel 2023 la tematica è stata nuovamente inserita nei piani di lavoro dell’esecutivo. Finora l’esecutivo non ha potuto far altro che introdurre una nuova Quota per permettere il pensionamento anticipato. Ma cosa accadrà nel 2024?
L’idea di scivoli strutturali a breve è piuttosto utopistica. Mancano le risorse che saranno destinate ad altri importanti interventi e idee chiare su come procedere. L’ipotesi tirata in ballo più volte è quella di Quota 41 per tutti. Il pensionamento, quindi, con 41 anni di contributi alle spalle indipendentemente dall’età anagrafica e dalla categoria di appartenenza. Ad oggi l’opzione è riservata ai precoci. Vediamo come funziona attualmente e come potrebbe essere modificata in futuro.
Quota 41 per tutti o solo per i precoci? Le ultime novità
Al momento la richiesta di 41 anni di contributi riguarda due scivoli, Quota 103 e la pensione per i precoci. La prima misura è quella introdotta dalla Legge di Bilancio 2023. Permette di lasciare il lavoro al compimento dei 62 anni di età e con 41 anni di contribuzione. La pensione per i precoci, invece, è riservata a chi ha maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni e appartiene ad una categoria dell’APE Sociale.
Significa che possono andare in pensione i disoccupati, i disabili con invalidità minima del 74%, i caregiver da almeno sei mesi e gli addetti alle mansioni gravose che hanno iniziato a lavorare minimo a 18 anni. Figure che non accuseranno riduzioni dell’assegno pensionistico e che dovranno solamente attendere una finestra mobile di tre mesi per il pensionamento.
La decorrenza, invece, scatterà dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori che perfezioneranno gli stessi entro il 1° gennaio e dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra maturando i requisiti dopo il 1° gennaio grazie al cumulo dei periodi assicurativi.
Per il pensionamento i precoci devono prima inoltrare domanda di riconoscimento del diritto (entro il 31 marzo per essere certi di poter accedere allo scivolo) e poi la richiesta vera e propria – anche telematicamente tramite portale dell’INPS.
Espandere questa Quota 41 a tutti sarebbe la soluzione preferibile per tanti lavoratori. Accadrà realmente? Probabilmente sì ma non nel 2024. Come detto servono risorse che attualmente non ci sono. Potremmo assistere, dunque, ad una proroga di Quota 103 nel 2024 in attesa che la Riforma delle Pensioni venga attuata.