Cosa rischia l’ex che non vuole pagare l’assegno di mantenimento per figli e coniuge? Scopriamo cosa dice la legge.
Dopo il divorzio, in caso di disparità economica tra i due ex coniugi, la legge prevede che uno dei due, quello che ha la situazione economica migliore, corrisponda il cosiddetto assegno di mantenimento. Affinché il mantenimento venga riconosciuto è necessario che il coniuge svantaggiato sia titolare di un reddito che non gli permette di mantenersi e di vivere in modo autonomo.
Allo stesso modo, la legge prevede l’erogazione di un assegno di mantenimento per i figli. In tal caso, le ragioni sono legate all’obbligo di cura e mantenimento, che sussiste sui genitori, a prescindere dal rapporto che intercorre tra i due. In base a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico italiano, il mantenimento per i figli spetta anche dopo il raggiungimento della maggiore età della prole e fino a quando non sussiste un’indipendenza economica. Il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento per figli e coniuge determina una serie di rischi piuttosto seri.
L’ex non vuole pagare l’assegno di mantenimento: quali tuteli offre la legge
Se l’ex coniuge non dovesse pagare il mantenimento ai figli o al coniuge va incontro al rischio di un’esecuzione forzata. In sostanza, il mancato pagamento del mantenimento può determinare l’emissione di un provvedimento tramite il quale il giudice impone l’obbligo di effettuare il versamento e, contemporaneamente, dà inizio alla procedura esecutiva.
Insomma, il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento rappresenta un inadempimento a tutti gli effetti. Per questo motivo, l’ordinamento giuridico italiano prevede anche il pignoramento e, in alcuni casi, il sequestro di beni con lo scopo di soddisfare la richiesta dei creditori (in questo caso i figli e l’ex coniuge).
In particolare, il genitore che non paga il mantenimento ai figli rischia l’esecuzione forzata tramite provvedimento del giudice. Tuttavia, prima che avvenga il pignoramento vero e proprio, l’inadempiente può essere diffidato per iscritto tramite una lettera inviata dall’avvocato. In sostanza, si utilizza lo stesso metodo usato per i debitori inadempienti e, dunque, si procede con il pignoramento del conto corrente, dello stipendio o di beni mobili e immobili.
Se l’obbligo di mantenimento per figli e ex coniugi è stato stabilito da un giudice, durante la causa di divorzio, il mancato versamento dell’importo può dare vita ad un ordine di pagamento diretto. In questo caso, l’inadempiente si vedrà sottrarre la cifra stabilita direttamente dallo stipendio.
L’ordinamento giuridico italiano ha messo in campo diversi rimedi che servono a tutelare i figli in caso di mancato versamento del mantenimento. Infatti, oltre alla possibilità di pignoramento, c’è anche quella del sequestro conservativo dei beni. In pratica, qualora ci fosse il concreto rischio che il genitore debitore possa aggravare la propria posizione di inadempiente o dilapidare il proprio patrimonio, la legge prevede una tutela che dispone del sequestro conservativo dei beni pignorabili.