Molti pensionati si chiedono perché a volte l’importo netto del cedolino della pensione sia più basso del lordo. Scopriamo il motivo.
Il pensionamento è il momento in cui un lavoratore esce per sempre dal mondo del lavoro. Può succedere per raggiunta età anagrafica oppure per scelta del lavoratore. Questo è il caso delle varie pensioni anticipate.
Però, quando arriva il primo cedolino, i pensionati si trovano di fronte alla realtà dei fatti: non sempre l’importo erogato corrisponde a ciò che ci si aspettava. Questo perché ogni mese il cedolino della pensione ha un importo lordo. Ciò significa che da questa cifra devono essere sottratte alcune tasse, insomma, come succede con l’importo sul reddito da lavoro.
Ecco le tasse che si pagano sulla pensione e che fanno abbassare l’assegno
L’Istituto di previdenza sociale agisce da sostituto di imposte nei confronti dei pensionati; ovvero è l’INPS che applica le trattenute direttamente sulla pensione stabilendo poi le relative tasse da pagare. In pratica, sottrae dal lordo dell’assegno pensionistico le somme dovute al Fisco; quello che rimane è il netto della pensione che percepirà il pensionato.
Tre sono le trattenute che influiscono sull’importo del cedolino delle pensioni: Irpef, addizionali regionali e comunali, detrazioni.
L’Irpef consiste in una aliquota suddivisa in scaglioni in base al reddito del pensionato. Più alto è il reddito, maggiore è l’aliquota applicata e, di conseguenza, le tasse da pagare. Ecco aliquote e scaglioni reddito relative al 2023:
- 23% fino a 15mila euro;
- 25% fra i 15.001 e i 28mila euro;
- 35% fra i 28.001 e i 50mila euro;
- 43% oltre i 50mila euro.
Però, i pensionati con un reddito inferiore a 8.500 euro rientrano nella cosiddetta no tax area, ovvero le ritenute Irpef non sono applicate. Inoltre, attualmente il governo sta lavorando alla riforma fiscale. Ciò significa che le aliquote potrebbero cambiare: di conseguenza, si abbasserebbero le tasse da pagare sulla pensione.
Un’altra trattenuta che si paga sulle pensioni sono gli addizionali regionali e comunali che, ovviamente, dipendono dalla residenza del pensionato. Infatti, ogni regione e comune decide gli importi da versare, purché sia rispettata la normativa.
Infine, ci sono le detrazioni di imposta che se da un lato tagliano il netto dell’assegno pensionistico, dall’altro ne aumentano l’importo se la somma è inferiore a 55mila euro. Per ottenere le detrazioni, il pensionato deve farne richiesta e inserirle all’interno della dichiarazione dei redditi. Dovrà anche segnalare qualsiasi variazione che si verifichi durante l’anno per non rischiare di perdere il diritto alla detrazione. In questo caso, l’INPS recupera le somme dovute dall’assegno pensionistico successivamente accreditato.