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Estate, lavorare al caldo (esterno o interno): devi conoscere i tuoi diritti

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Daniele Orlandi

Con l’arrivo del caldo torrido l’attività lavorativa può complicarsi se svolta in alcuni luoghi chiusi o all’esterno. Cosa prevede la legge per i lavoratori?

L’estate 2023 è ufficialmente iniziata entrando nel vivo con una prima ondata calda, o meglio decisamente rovente. Il lavoro però non si ferma e proseguirà ancora per l’intero mese di luglio prima delle meritate ferie per milioni di italiani che potranno prendersi alcune settimane di riposo per ricaricare le energie.

Lavoro e alte temperature: cosa prevede la legge
Lavoro con ondate di calore: il dipendente è tutelato? (ilovetrading.it)

Con temperature che in alcune località hanno sfiorato o addirittura superato i 40 gradi, vi sono però luoghi di lavoro chiusi come capannoni e magazzini o all’aperto nei quali potrebbero manifestarsi da parte dei lavoratori alcune difficoltà nel riuscire ad operare agevolmente. Viene dunque da domandarsi quali siano i diritti del dipendente in tal senso ovvero se oltre a permessi, ferie e malattia la normativa preveda anche alcune specifiche regole nel caso in cui le condizioni di lavoro risultino, a causa del clima, estreme.

Lavorare al chiuso o all’aperto con caldo estremo, il lavoratore è tutelato? Cosa prevede la legge

Sulla questione si esprime il Codice Civile spiegando chiaramente che il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare sia la salute che l’integrità fisica e morale delle persone assunte nella sua azienda con contratto nazionale di lavoro Ccnl. Pertanto dovrà adottare, in base al tipo di lavoro, al luogo nel quale si svolge e alle condizioni nelle quali viene condotta l’attività, tutte le misure del caso.

Anche il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro fornisce alcune informazioni aggiuntive specificando che il datore di lavoro deve necessariamente valutare qualsiasi e possibile rischio legato all’esposizione agli agenti fisici, condizioni climatiche comprese, qualora possano comportare rischi per sicurezza e salute del lavoratore. E questo andrà fatto sia per periodi di tempo brevi che nel lungo periodo.

Cassa integrazione per caldo estremo: come funziona
Caldo estremo, cosa prevede il testo unico per la sicurezza sul lavoro (ilovetrading.it)

Vi sono anche dei limiti, in fatto di temperatura sul luogo di lavoro che non devono essere superati sulla base di quanto specificato dalle leggi in vigore ovvero 28 gradi. Al di sopra di queste temperature entra in gioco il diritto da parte del lavoratore, di interrompere la sua attività; questo solo nel caso in cui siano stati riscontrati malfunzionamenti dell’impianto di climatizzazione oppure nel caso di ondate di caldo eccezionali. I rischi per la salute, restando in luoghi chiusi per 8 ore a temperature superiori ai 30 gradi, sono infatti concreti: si parla di stress termico ambientale e riguarda anche chi lavora, come accade nel settore edilizio ed agricolo, all’aperto per lunghe ore.

Cassa integrazione per il troppo caldo

Il lavoratore può chiedere anche che specifici lavori vengano spostati in periodi più consoni dal punto di vista climatico ed il datore di lavoro è tenuto a spostare tali attività in altri periodi dell’anno o in altri orari. All’esterno si ha diritto a ricevere indumenti di lavoro leggeri, di fibre naturali, chiari di colore insieme a copricapi ed in alcuni casi anche occhiali da sole con filtri Uv.

La normativa prevede anche la possibilità, in caso di temperature eccessive, di richiedere la Cassa Integrazione Ordinaria. Questo accade ad esempio nell’edilizia qualora le condizioni climatiche risultino proibitive e l’Inps potrebbe riconoscerla nel caso di lavoro a temperature superiori ai 35 gradi. E viene riconosciuta se il datore di lavoro riduce o sospende le attività dietro indicazione del responsabile della sicurezza, per evidenti rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

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