Continuano i problemi con i buoni postali fruttiferi. In arrivo la sanatorie per alcune serie. Attenzione se ne avete sottoscritti anche voi.
I problemi con i buoni postali di Poste Italiane continuano dopo le lunghe e difficili contese con i clienti scontenti per il trattamento ingiusto mostrato dall’azienda con questi strumenti di investimento. Adesso arrivano le sanatorie per alcune serie di buoni.
I contenziosi tra Poste Italiane e le migliaia di investitori scontenti vanno avanti ormai da anni nei tribunali di tutta Italia. Questi problemi sono nati in seguito ai tentativi di riscatto di alcuni clienti di serie di buoni postali fruttiferi acquistati durante gli anni ’80 e ’90 per cui Poste Italiane ha riconosciuto degli interessi inferiori rispetto a quanto previsto dal contratto stretto al momento dell’acquisto.
La decisione di Poste Italiane è nata da una discordanza tra le serie di Buoni Postali Fruttiferi trentennali P e Q. Queste due serie in particolare hanno dato molti problemi dovuti al fatto che al tempo venissero emessi buoni postali i serie Q con il timbro della serie P anche se le due avevano dei tassi di interesse diversi.
La problematica principale stava nella mancata comunicazione del rendimento degli ultimi 10 anni. Un secondo problema, ancora più grave, è quello della prescrizione, con molti buoni postali che prevedono dei periodi di prescrizione molto lunghi, ma per cui non veniva fatta alcuna comunicazione agli investitori quando si avvicinava il momento. Il risultato sono diversi possessori di buoni postali che sono andati a ritirare gli interessi su buoni postali caduti in prescrizione da anni senza che nessuno li avesse informati. La comprensibile reazione rabbiosa degli investitori nei confronti di Poste Italiane ha aperto il contenzioso.
La soluzione della sanatoria dei buoni postali
I casi contro Poste Italiane sono stati portati all’attenzione di diversi tribunali che hanno tuttavia dato verdetti discordanti gli uni dagli altri. Non avendo una linea unica da seguire e con i tribunali che valutavano caso per caso tutta la situazione si è fatta soltanto molto più confusa e instabile di quanto non lo fosse già in principio. Si rende quindi necessario un intervento legislativo diretto che metta pace a questa questione.
Non si tratta, tuttavia, di una decisione facile. Considerando che caso per caso le diatribe si sono risolte a volte a favore di Poste Italiane, a volte a favore dei clienti, non è facile trovare una soluzione che stia dalla parte dell’una o degli altri senza che si verifichino problemi di iniquità. C’è poi da considerare i casi già conclusi, che dovrebbero essere rivisti da capo.
Perché non è possibile provvedere al rimborso dei BPF
Secondo l’associazione di consumatori Audiconsum ci sono 3 criticità per cui i Buoni Postali Fruttiferi non possono essere semplicemente rimborsati ai clienti di Posta Italiane:
- il mancato rendimento degli ultimi 10 anni per i buoni ordinari trentennali delle serie Q e P;
- l’anticipata prescrizione senza adeguata informazioni per 347.000 Buoni Postali Fruttiferi a termine;
- l’errato calcolo della ritenuta d’imposta per i buoni ordinari trentennali emessi dal 1989 al 1996.
L’associazione ha attivato un servizio dedicato appositamente ai BPF che permette ai risparmiatori di ottenere assistenza nelle verifiche relative ai loro titoli e nella predisposizione di eventuali reclami.