Sono in arrivo ottime notizie per alcuni dipendenti, che riceveranno incrementi salariali fino a 162 euro al mese.
Lo scorso 16 giugno 2023 è stata firmata un’intesa formale che permetterà ad alcuni lavoratori di beneficiare di nuovi minimi tabellari e di conseguenza di importanti aumenti nel cedolino paga dei prossimi mesi.
L’aumento è stato inserito nel contratto nazionale della clausola di garanzia che è stata fortemente voluta dai sindacati, con lo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei lavoratori. In particolare, a beneficiare di questa importante novità sarà una specifica categoria dei lavoratori per i quali già partire dal mese di giugno la busta paga sarà più consistente.
Scopriamo chi sono i fortunati i lavoratori e quali sono le modifiche apportate ai minimi tabellari.
Incrementi salariali: in arrivo, 162 euro al mese in più
I lavoratori metalmeccanici potranno finalmente gioire perché dal 16 giugno sono stati approvati i nuovi minimi tabellari che incrementeranno il valore delle loro buste paga. Finalmente è stato siglato il verbale di incontro che definisce gli aumenti dei minimi tabellari del CCNL Federmeccanica-Assistal.
E così, a partire dal primo giugno 2023 saranno applicati gli aumenti nonché le indennità di trasferta e di reperibilità.
Gli aumenti saranno di circa 123,40€ per il livello C3. Ai minimi tabellari modificati saranno poi aggiunti altri elementi economici percepiti dal singolo lavoratore, come conseguenza di accordi aziendali o individuali.
In ogni caso, i lavoratori del settore metalmeccanico potranno beneficiare anche di una rivalutazione sulle indennità. A partire dal 1 giugno, infatti:
- L’indennità di trasferta sarà di 46,47 euro;
- La quota per il pasto Meridiano o serale sarà di 12,41 euro;
- La quota per il pernottamento sarà di 21,65 euro.
Questi aumenti interesseranno un milione e mezzo di lavoratori del settore metalmeccanico, in particolare quelli che appartengono alla categoria contrattuale C3.
Il motivo che ha determinato i suddetti aumenti è l’applicazione di un adeguamento a consuntivo dell’indice di inflazione Ipca.
Il suddetto indice è stato particolarmente elevato durante lo scorso anno, a causa dell’aumento del tasso di infrazione e della crisi economica che ha caratterizzato un po’ tutti i settori. Per questo motivo, il potere di acquisto dei lavoratori metalmeccanici è stato fortemente eroso.
Proprio a causa dell’effetto legato all’indice Ipica, il contratto dei metalmeccanici dovrà essere adeguato in misura maggiore rispetto a quanto fatto finora. Di fatto, secondo gli accordi sindacali erano previsti aumenti per 112 eurom da suddividere in quattro quote tra il 2020 e il 2023.
Ma, poiché, il tasso di inflazione definitivo è superiore a quello di sottoscrizione del contratto nazionale è previsto un adeguamento della retribuzione tenendo conto proprio di questa differenza.
All’incremento in busta paga occorre poi affiancare il taglio del cuneo fiscale che sarà attuato dalla busta paga di luglio e che prevedrà un peso inferiore delle trattenute sui contributi. Dunque, i lavoratori metalmeccanici e non solo avranno trattenute contributive inferiori del 7% sulle retribuzioni annue sino a 25.000€, mentre per retribuzioni comprese tra 25.000 e 35 mila euro all’anno il taglio è del 6%.
Quindi lavoratori meccanici appartenenti alla categoria C3 registreranno un incremento in busta paga di 209,20 al mese.