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Attento a quello che dici: possono chiederti un mare di soldi per diffamazione

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Paolo Zignani

Basta un commento, una foto o persino un gesto commesso in pubblico e sei rovinato, se danneggi l’altrui reputazione

E’ un reato da signori, la diffamazione, poiché comporta di solito un risarcimento danni proporzionato all’onore e al buon nome di cui gode la vittima. E nel caso in cui si tratti di persona ben nota e stimata, l’importo può essere molto elevato. Occorre però comprendere con chiarezza quando il limite della legge viene effettivamente superato, innanzitutto distinguendo la diffamazione dall’ingiuria.

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La giustizia – ilovetrading.it

L’ingiuria è un’offesa rivolta direttamente all’interessato in sua presenza, per colpire l’opinione che ha di sé. E’ un tipo di delitto che è stato degradato a illecito civile, e quindi non richiede un processo penale. La diffamazione, secondo l’art. 595 del Codice penale, invece deturpa l’opinione che gli altri hanno dell’interessato in sua assenza, quando non può nemmeno replicare.

Poche parole denigratorie in pubblico e sono guai seri

E’ sufficiente che due persone siano in grado di percepire un’affermazione lesiva dell’onore, perché si apra lo scenario criminoso. Parlando con un amico, in un dialogo a due su Whatsapp, non si può dunque commettere questo delitto, che tuttavia diventa possibile se la conversazione è estesa a un terzo. In particolare, però, se il dialogo limitato a un amico innesca consapevolmente un passaparola che contiene un’offesa, il reato c’è. Si può diffamare anche con un disegno, una foto o un fotomontaggio, persino a gesti, purché in pubblico.

E’ necessario quindi in ogni circostanza, anche quando si polemizza, mantenere la lucidità, in modo da apostrofare un assente riconoscendogli tuttavia le qualità che ha oggettivamente dimostrato e che chiunque ammette. Un insegnante che ha maturato una lunga esperienza nella scuola pubblica potrà essere criticato, non al punto da apostrofarlo come “notoriamente analfabeta” o “ignorante in materia”. E un dentista non potrà essere definito “maniscalco” o “fabbro ferraio”, soprattutto se ha da tempo una vasta clientela. Ciascuno, insomma, merita la tutela del buon nome che si è conquistato.

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Diffamazione, ecco cosa si rischia davvero – ilovetrading.it

La legge, inoltre, garantisce il rispetto della dignità umana di chiunque, e di conseguenza anche nel fervore di una legittima critica bisognerà tenerne conto. Il delitto colpito dall’articolo 595 del Codice penale diventa ancora più grave, se il responsabile ha potenziato la diffusione delle affermazioni denigratorie con un massmedia. Si tratta quindi di diffamazione aggravata.

Inevitabilmente nell’era dei leoni da tastiera, in cui imperversano i commenti ostili, la diffamazione dilaga. Spesso i dati di fatto vengono capovolti, messi in negativo e ampliati in modo grottesco per suscitare risate e disapprovazione sociale. La magistratura se ne occupa di solito a una condizione, che venga sporta una querela di parte.

Il giudice, secondo il codice, potrà dare una multa fino a 1.032 euro e una pena massima di un anno di detenzione. I problemi più gravi scattano successivamente, se la vittima pretende un cospicuo risarcimento danni aprendo una causa civile. La querela, comunque, va presentata entro tre mesi da quando la vittima ha appreso le considerazioni nocive nei suoi riguardi.

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