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Assegno Unico: arrivano i maxi aumenti per favorire la natalità, quanti soldi in più avrai

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Daniele Orlandi

Buone notizie per chi riceve l’Assegno Unico. La mensilità del mese di luglio 2023 potrebbe essere più ricca del previsto: ecco per quale motivo e quanti soldi in più si prevedono.

Luglio potrebbe far tirare un sospiro di sollievo a migliaia di famiglie italiane che beneficiano dell’Assegno Unico. Potrebbero infatti ritrovarsi con un assegno più ricco del previsto, e per una precisa ragione. L’Inps ha predisposto una serie di meccanismi di ricalcolo delle somme spettanti, pertanto si prevede una sorta di conguaglio che interesserà moltissimi italiani, almeno 512mila famiglie secondo le stime, le quali potrebbero riceverà una mensilità più sostanziosa.

Assegno unico, i motivi del ricalcolo inps
assegno unico, maggiorazioni o decurtazioni per migliaia di famiglie (ilovetrading.it)

Elemento questo non da poco, considerato il periodo economicamente non facile ed il fatto che queste somme rappresentano un contributo erogato in favore dei figli ed in maniera molto semplice e rapida dal momento che intorno metà mese vengono erogate sul conto corrente. Ma attenzione, non tutti riceveranno l’aumento: si prevede infatti, per circa 378mila famiglie, alcune decurtazioni seppur di ridotto importo. Facciamo dunque il quadro della situazione.

Assegno Unico, attenzione a maggiorazioni e decurtazioni: cosa accade a luglio

Sono 900mila le famiglie interessate dal ricalcolo dell’assegno unico e si tratta del 16% di chi riceve questa forma di sostegno economico. Per capire chi è interessato occorre accedere al sito dell’Inps utilizzando le credenziali personali Spid o le alternative possibili e verificarlo. Ben oltre la metà di esse potranno beneficiare di un assegno più importante con una media di 272 euro in più a famiglia, per un ammontare totale di 140 milioni di euro.

Ricalcolo assegno unico, cosa succede a luglio 2023
Le ragioni del ricalcolo in aumento o in riduzione sono molteplici (ilovetrading.it / fonte ansa)

Di contro circa 15 milioni di euro verranno restituiti ed in questo caso quasi 400 nuclei familiari si ritroveranno con una decurtazione di 41 euro in media. Questa restituzione avverrà secondo la regola del quinto del debito, rateizzando la cifra da corrispondere all’Inps. Le famiglie che devono restituire i soldi sono quelle che non hanno ancora effettuato, la scadenza è il 30 giugno, l’aggiornamento dell’Isee. In questo caso avranno diritto alla quota minima dell’assegno trovandosi a dover restituire gli importi eccedenti.

Vi sono poi anche i casi di ricalcolo, per le famiglie monogenitoriali, degli importi relativi alla settima ed ottava settimana mensilità di gravidanza; questo perché un genitore single non rientra nei casi che consentono di ottenere una maggiorazione, questo nonostante sia un lavoratore.

I motivi del ricalcolo Inps

Le ragioni del ricalcolo, come spiegato dall’Inps, sono legate all’adeguamento automatico, lo ha previsto la legge di Bilancio, degli importi dell’assegno. Ecco alcune delle ragioni: variazioni della DSU, liquidazione del ‘premio alla nascita’ previa presentazione dell’Isee entro 120 giorni dalla nascita del figlio, maggiorazioni delle somme spettanti per i mesi di gennaio e febbraio 2023.

Incoerenze tra i valori di Isee del nucleo familiare ed i dati in possesso dell’Inps di competenza, conguagli conseguenti a rettifiche dell’Isee 2022 successive al 31 dicembre 2022; ricalcolo degli importi spettanti previo ricalcolo delle maggiorazioni per persone con disabilità.

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