Evadere le tasse non è mai una buona idea. Eppure, dal punto di vista giuridico, in alcuni casi, è possibile non pagare le tasse e restare in regola con lo Stato: com’è possibile?
Chi si rende invisibile al Fisco va considerato un evasore, ovvero un soggetto punibile sia dal punto di vista amministrativo che penale. Chi non presenta la dichiarazione dei debiti, infatti, è punibile per il reato di “dichiarazione omessa“. E se l’imposta evasa supera i 50.000 euro la sanzione prevista è la reclusione da uno a tre anni.
L’articolo 53 della Costituzione afferma che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche, attraverso le tasse, in ragione della loro capacità contributiva. In base a ciò pagare le tasse è obbligatorio. Ma è sempre così? La legge, in realtà, permette delle esenzioni e lo Stato, periodicamente, indice delle sanatorie.
Esistono però strategie utili per evitare accertamenti fiscali. E allo stesso modo è teoricamente possibile sfuggire a cartelle esattoriali, sanzioni tributarie, pignoramenti e iscrizioni ipotecarie. Chi non paga le tasse, può sempre farlo in un secondo momento, senza conseguenze così gravi.
I debiti tributari accumulati si possono per esempio dilazionare in rate mensili. E si può arrivare fino a centoventi rate, per i contribuenti che dimostrano di essere in difficoltà economiche.
Per tutti gli altri, la legge prevede una rateizzazione fino a settantadue rate mensili con un importo minimo di cinquanta euro ciascuna. Per ottenere questa rateizzazione standard basta presentare l’istanza all’Agenzia Entrate. Funziona per tasse, imposte, contributi previdenziali, multe stradali e altre sanzioni amministrative.
Non pagare le tasse: in questi casi è lecito
Molti indebitati hanno paura del pignoramento. La legge dice però che lo Stato può pignorare i beni sono se il debito complessivo è superiore a 120.000 euro. Se la casa intestata al debitore ha quindi un valore minore di questo prezzo, il Fisco non può intervenire. La situazione cambia per gli immobili di lusso o per chi detiene beni che rivelano un alto e ricco tenore di vita.
Quando il debito non supera i 20.000 euro si evita anche l’ipoteca. Inoltre, l’ipoteca fiscale, se riguarda la prima casa, rimane “virtuale” fino a quando il debito complessivo non raggiunge i 120.000 euro. Quindi fino a quella soglia non può tradursi nel pignoramento.
Quando i debiti meno cadono in prescrizione non vanno più pagati. La soglia è di dieci anni per i tributi statali, come l’Irpef e l’Iva. Gli anni sono invece cinque per quelli locali, come IMU e Tari. Tre, invece, per il bollo auto.
Attenzione: la prescrizione delle tasse non pagate non scatta automaticamente. Il debitore deve impugnare l’atto impositivo o esattoriale del tributo, altrimenti gli enti impositori e gli agenti di riscossione continueranno sempre a chiedere soldi.
In tal senso la richiesta dell’amministrazione finanziaria, come un sollecito o un’intimazione di pagamento, interrompe il decorso dei termini di prescrizione e li fa ripartire da capo. Se la notifica non arriva in tempo, è invece possibile impugnare l’atto.