L’inflazione ha messo in ginocchio l’economia globale e a soffrire sono i possessori di mutui con tasso variabile. In arrivo aumenti insostenibili.
L’inflazione non si decide a diminuire e, attualmente, è tre volte superiore alle stime dell’Unione Europea.
La Banca Centrale Europea sta cercando di sopperire alle conseguenze disastrose di tale situazione alzando il costo del denaro. Da luglio 2022 ad oggi, c’è stato un aumento di ben 400 punti base.
L’ultimo rialzo ha raggiunto quota 25 punti base ed è stata raggiunta la soglia più alta degli ultimi 22 anni. È, tuttavia, in programma un altro aumento, nel prossimo autunno, per sperare di ottenere il calo dell’inflazione.
Ma questi rincari hanno delle conseguenze deleterie anche sulle rate dei mutui, che graveranno sempre più sulle finanze dei cittadini. Gli effetti nocivi della crisi economica sulle rate dei prestiti saranno visibili già dall’inizio del 2024.
Ad essere particolarmente colpiti saranno i mutui a tasso variabile, già da tempo più cari dei mutui a tasso fisso. In base alle stime, dovrebbero costare ai titolari circa 20-30 euro in più al mese. In particolare, le rate di coloro che hanno stipulato un contratto a tasso variabile aumenteranno fino al 60%. Rispetto a gennaio 2022, i cittadini spenderanno 275 euro all’anno in più.
Incremento rate dei mutui a tasso variabile: quanto spenderanno in più i cittadini?
Possedere un immobile di proprietà anziché pagare un affitto può essere, in alcuni casi, una scelta molto conveniente. Avere una casa propria da sicurezza per il futuro, soprattutto se dovessero sopraggiungere difficoltà di tipo economico.
Il mutuo, inoltre, può essere richiesto beneficiando di tassi di interesse vantaggiosi, grazie ai quali si può accedere a rate sostenibili anche dalle famiglie numerose o monoreddito.
Nell’ultimo anno, tuttavia, lo scenario è decisamente mutato. La crescita esponenziale dell’inflazione ha avuto degli impatti enormi sulle banche e le rate dei prestiti a tasso variabile sono destinate a salire. I vecchi mutui con tasso fisso non saranno interessati dalle novità, mentre per quelli a tasso variabile le rate aumenteranno di circa il 60%.
La manovra finanziaria della Banca Centrale Europea avrà, inoltre, un forte impatto anche sui prestiti richiesti dalle aziende.
Ma a quanto ammonteranno i rincari delle rate? Secondo le prime stime, i titolari potranno pagare circa 300 euro in più in totale. Un esempio può essere utile a comprendere la portata della novità. Tizio ha un mutuo di 140 mila euro a 25 anni. A gennaio 2022, l’importo delle rate mensili era di 500 euro, mentre a giugno 2023 dovrà versare 750 euro. In base alle previsioni, dal prossimo novembre, la cifra da pagare si aggirerà intorno agli 800 euro.
Verso la fine dell’anno e l’inizio del 2024, poi, i tassi di interesse dovrebbero stabilizzarsi e cominciare ad abbassarsi. Al momento, tuttavia, si tratta solo di ipotesi e bisognerà attendere l’andamento dell’inflazione.