L’inflazione galoppante non ha fatto altro che mangiare i risparmi degli italiani, i dati sono impressionanti: non sarà facile rialzarsi
Ormai non è un segreto, l’inflazione alle stelle ha messo a dura prova i risparmiatori italiani. L’Italia è composta di tanti piccoli risparmiatori con un piccolo capitale in banca: si tratta di tutti i piccoli e medi imprenditori che portano avanti l’economia del Paese. Per noi il picco di inflazione non ha fatto altro che portare problemi a una situazione che si definiva già particolarmente problematica per via dell’enorme debito pubblico che invece di scendere continua a salire.
In poco tempo gli italiani si sono trovati non solo a non riuscire ad arrivare a fine mese, ma anche ad essere costretti ad erodere quei pochi risparmi che avevano messo da parte. Il tutto unito al problema dei tassi di interesse. La BCE continua ad aumentare i tassi per cercare di rimodulare la situazione economica europea, ma in questo modo tutti coloro che avevano aperto un mutuo a tasso variabile si sono trovati con rate quasi triplicate.
Tassi di interesse: quanto hanno perso i risparmiatori italiani e qual è l’unica soluzione per uscire dal problema secondo Cgia
Se a giugno del 2022 il tasso principale di rifinanziamento della Banca centrale europea era pari a zero, a partire dal prossimo 21 giugno toccherà la soglia del 4%; a raccontarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, ovvero l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. I risparmi delle famiglie italiane tra il marzo dell’anno scorso e lo stesso mese di quest’anno hanno subito una riduzione pari a 25,2 miliardi di euro.
Da una parte quindi il prelievo del denaro dalle somme risparmiate per fronteggiare il caro vita, dall’altra l’aumento dei tassi d’interesse: queste due variabili hanno portato a un peso notevole sui conti correnti. La soluzione non è vicina e i miracoli, almeno in economia, non esistono. Secondo Cgia, una delle cose che il Governo potrebbe mettere in campo è una politica redistributiva: togliere qualcosa ai settori che invece hanno avuto extraprofitti come settore energetico o farmaceutico, distribuendoli come riduzione delle imposte per il ceto medio.
