Importanti cambiamenti imposti dalla Corte di Cassazione sul pagamento di IRAP e IRES. Attenzione alle scadenze per le istanze di rimborso.
La Corte di Cassazione si è espressa sul caso delle istanze di rimborso di IRAP e IRES, in particolare per quanto riguarda le scadenze. Per chi presenta le istanze dopo la data prevista ci saranno dei problemi in più da dover gestire.
In data 16 maggio 2023 la Corte di Cassazione ha espresso la sua posizione in merito alla possibilità di rimborso di IRES E IRAP nel caso in cui il contribuente invii l’istanza di rimborso dopo il termine massimo. Anche nel caso di errore nel calcolo delle imposte, il rimborso non avverrà qualora si superino i termini massimi previsti dalla legge italiana in merito ai rimborsi fiscali. Questa sentenza è destinata a fornire un esempio da seguire a tutti coloro che avranno a che fare con un errore di calcolo delle imposte pagate. Anche in questo caso il Fisco non vi ridarà i soldi che avete speso.
La sentenza verte su un contenzioso nato tra una società e l’Agenzia delle Entrate. La società aveva erroneamente computato l’IVA sui ricavi, versando un ammontare di imposte maggiore di quanto necessario. In seguito, quando l’errore è stato notato, la società ha inoltrato domanda di rimborso per le imposte IRES e IRAP all’Agenzia delle Entrate, la quale glielo ha negato. La giustificazione a questo blocco è che la società non avrebbe rispettato il limite temporale massimo di 48 mesi per inviare i documenti. Da questo è nato il contenzioso che ha portato la questione sul tavolo della Corte di Cassazione.
La decisione della Corte di Cassazione cambia le cose
Quando si paga al Fisco più di quanto necessario per un errore di calcolo c’è sempre la possibilità di riparare all’errore chiedendo il rimborso dei soldi in eccesso con gli appositi documenti e attraverso gli appositi canali.
Il problema nel caso esaminato è che i documenti sono stati inviati oltre il limite consentito e l’Agenzia delle Entrate avrebbe avuto tutto il diritto di respingerli. Il fatto che ci fosse di mezzo un errore di calcolo per cui la società contribuente ha pagato più di quanto dovuto è stato portato come argomento per dimostrare la malafede dell’Agenzia in questa negazione.
La cosa è stata rimbalzata di tribunale in tribunale fino alla Corte di Cassazione, che ha deciso come, nonostante l’errore di calcolo commesso, la colpa per la perdita sia da imputare alla società che non si è accorta dell’errore in tempo e non ha agito come previsto dalla Legge.
Il monito per il futuro
Questa sentenza servirà da esempio per eventuali contenziosi futuri. IRES e IRAP non possono essere rimborsati neanche in caso di errore nel pagamento se la domanda di rimborso arriva in ritardo all’Agenzia delle Entrate.
La decisione della Cassazione serve da monito, sottolineando come il termine decorra dal versamento anche qualora l’errore che ha determinato il pagamento indebito venga effettivamente accertato successivamente mediante sentenza.