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Andare in pensione nel 2024 a 62 anni è ancora possibile: le alternative e ipotesi

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Giuseppe F.

Esiste una strategia, nel 2024, per andare in pensione a 62 anni? In molti si chiedono se il governo inserirà una simile opportunità anche il prossimo anno.

L’impressione è che i nati nel ’62 possano essere penalizzati rispetto ai lavoratori che andranno in pensione quest’anno e nati appena un anno prima. I nati nel 1961, secondo quanto stabilito dal Governo, possono infatti sfruttare quota 103 per andare in pensione (dato che compiono 62 anni nel 2023). Ma cosa succederà a coloro che sono nati un anno dopo, cioè a chi compirà 62 anni solo nel 2024?

2024: pensione a 62 anni
In pensione a 62 anni nel 2024: le strategie – ilovetrading.it

La situazione non appare troppo limpida, ma è largamente prevedibile che lo Stato non potrà permettersi norme pensionistiche vantaggiose, come quota 41 per tutti e pensioni flessibili anticipate. Le indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi parlano di una conferma di quota 103 per un altro anno. Dunque non dovrebbe esserci per il 2024 nessuna riforma strutturale del sistema.

La riforma delle pensioni arriverà, presto o tardi, ma non è ancora dato sapere quando di preciso: il Governo è al lavoro, ma i conti, per ora, non tornano. L’unica certezza è che nei prossimi anni sarà parecchio complicato andare in pensione prima dei 66-67 anni. Coloro che nel 2024 compiranno 62 anni di età non hanno dunque speranza di poter andare in pensione?

Pensione nel 2024 per i soggetti che hanno compiuto 62 anni: cosa succederà

Fino a qualche anno fa, chi si avvicinava ai 62 anni di età sapeva di essere prossimo alla pensione. Da un po’ di tempo non è più così, con l’età pensionabile giunta ai 67 anni. Eppure la media dell’uscita dal lavoro in Italia è ancora quella dei 62. Questo grazie alle tante misure di pensionamento distaccate da limiti di età che permettono a chi compie 62 anni di andare in quiescenza.

Pensione 62 anni nel 2024
Pensione a 62 anni nel 2024 – ilovetrading.it

Per esempio in tanti sfruttano la pensione anticipata. E poi c’è la quota 41 per i precoci, ma solo per determinate categorie. Ovviamente, con le pensioni anticipate, anche i nati nel 1962 potranno lasciare il lavoro, a patto che nel 2024 completino i 62 anni di età. Eppure l’età non conta troppo, dato che basta arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi e aspettare i 3 mesi di finestra previsti. Per le donne, invece, bastano 41 anni e 10 mesi.

Sono comunque in pochi quelli che prima dei 62 anni hanno accumulato circa 43 anni di contribuzione. E non potrebbe essere altrimenti. E per l’anno prossimo i soggetti di 62 avranno a disposizione solo poche strategie per andare in pensione.

A ogni modo, i nati nel 1962 sono potenzialmente inseribili nella quota 41 per i precoci. Per precoci si intendono quei lavoratori che prima del compimento del diciannovesimo anno di età abbiano maturato già 12 mesi di contributi anche se discontinui. Ma per accedere alla quota 41, i precoci devono appartenere a particolari categorie.

Per esempio devono aver subito un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, o devono essere invalidi almeno al 74% o lavoratori che assistono un familiare convivente con invalidità pari o superiore al 74%. O ancora: lavoratori addetti a mansioni gravose. Ci sono delle misure alternative, sempre limitate a determinate platee. Per esempio c’è la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Una misura che consente il pensionamento a 56 anni di età per le donne e a 61 anni di età per gli uomini.

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