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Permessi legge 104 non utilizzati: cosa succede e come recuperarli

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Antonia Festa

Ogni richiedente ha diritto a 3 giorni di permessi 104 al mese. Ma ci sono molti dubbi su cosa accade nel caso in cui non vengano sfruttati.

Ai sensi dell’art. 33 della Legge 104, i lavoratori dipendenti (pubblici o privati) disabili gravi e i loro caregivers hanno diritto a 3 giorni di permessi retribuiti al mese, frazionabili anche in 1 o 2 ore di riposo giornaliero.

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I lavoratori disabili e caregivers hanno diritto a 3 giorni di permesso al mese (ilovetrading.it)

I caregivers possono assentarsi legittimamente dal lavoro per prestare cura e assistenza al coniuge o a un familiare entro il secondo (in alcuni casi, entro il terzo) grado di parentela affetto da disabilità grave. In particolare, i permessi 104 spettano a: coniuge, unito civilmente o convivente di fatto, genitori, parenti e affini entro il secondo grado e parenti e affini entro il terzo grado, qualora il coniuge, il convivente di fatto, la parte dell’unione civile e i genitori del disabile grave siano over 65, affetti da patologie invalidanti permanenti, mancanti o deceduti.

Da agosto 2022, inoltre, è stata abolita la figura del cd. referente unico e, di conseguenza, anche più persone possono richiedere i permessi per assistere lo stesso malato. Quali sono le conseguenze della mancata fruizione dei permessi? Se i giorni o le ore di assenza giustificata non vengono usati nel mese di riferimento possono essere recuperati successivamente?

Permessi 104: se non si utilizzano nel modo corretto si rischia il licenziamento

I permessi previsti dalla Legge 104 sono retribuiti. L’importo è anticipato dal datore di lavoro che, poi, recupera la cifra tramite la denuncia mensile Uniemens. Quello di assentarsi per alcune ore o giorni dal lavoro è un vero e proprio diritto del lavoratore dipendente disabile o caregiver e, per questo motivo, il datore di lavoro non può negarlo.

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Se non si utilizzano i permessi 104 correttamente di commette reato (ilovetrading.it)

Il lavoratore, tuttavia, è obbligato a programmare con largo anticipo il calendario delle assenze e di richiederle con congruo preavviso, per evitare danni alla produzione aziendale o problemi a livello organizzativo. Sulla modalità della fruizione dei permessi 104 ci sono stati vari dibattiti.

Anche la Corte di Cassazione è intervenuta e, con una serie di sentenze, ha chiarito in cosa consiste il dovere di assistenza del familiare caregiver. Per assistenza non va intesa la cura continua e quotidiana, ma una cura idonea al soddisfacimento di tutte le esigenze del soggetto disabile.

Di conseguenza, durante i giorni o le ore di permesso, il lavoratore può ritagliarsi del tempo per se stesso, da dedicare al riposo, alla vita sociale o alle faccende quotidiane. L’ordinamento, infatti, riconosce che assistere una persona malata può essere molto faticoso e pone i caregivers nelle condizioni per poter svolgere al meglio il proprio compito, a condizione che al familiare disabile venga riservata gran parte della giornata.

Chi non adempie al proprio dovere di assistenza o fa un cattivo uso dei permessi 104 integra un reato punibile con il licenziamento e, nelle ipotesi più gravi, con la denuncia per truffa. Il reato sussiste quando, nelle ore di permesso o in quasi tutti i giorni che ha a disposizione, il soggetto non accudisce il familiare disabile per ragioni di svago, come recarsi al mare, in palestra oppure al bar con gli amici.

Cosa succede se non si usano tutti i giorni di permesso disponibili in un mese? Si possono conservare e usare in un secondo momento? La legge, purtroppo, non permette di mettere da parte i permessi non fruiti. Se, quindi, non vengono goduti nel periodo in cui sono maturati, si perdono e non possono più essere utilizzati.

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