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Pioggia di controlli sulle Partite IVA, stavolta non può sfuggire nessuno: ecco i nuovi criteri

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Daniele Orlandi

Attenzione ai controlli intensificati dall’Agenzia delle Entrate sulle Partite Iva. Ecco quali elementi che potrebbero portare alla sua chiusura

Pur trattandosi di una procedura da molti anni completamente gratuita, l’apertura di una Partita Iva deve essere frutto di un attento ragionamento. Si tratta infatti di uno strumento non esente da controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, che di recente li ha intensificati per mettere un freno ad alcune operazioni poco trasparenti.

Controlli agenzia delle entrate sulle partite iva
Contrasto all’evasione, raffica di controlli sulle partite iva nuove e in chiusura (ilovetrading.it / fonte ansa)

Ecco dunque di che tipo di verifiche si tratta e a quali conseguenze si rischia di andare incontro. Il fenomeno sotto la lente di ingrandimento è, in particolare, quello delle Partite Iva ‘apri e chiudi’ strettamente connesso all’evasione fiscale che l’Agenzia delle Entrate cerca di contrastare con ogni mezzo a disposizione.

Controlli Agenzia delle Entrate sulle Partite Iva: cosa si rischia

Si tratta di una serie di novità che la legge di Bilancio 2023 ha introdotto per andare a sondare il campo in modo ancor più approfondito e per i contribuenti che non dovessero rispettare le nuove regole il rischio è quello di vedersi chiudere la Partita Iva. A livello normativo i controlli vanno ad interessare, in particolare, le fasi di chiusura della Partita Iva ma, proprio allo scopo di fermare sul nascere possibili fenomeni di evasione fiscale, sono stati estesi anche alle fasi di richiesta di apertura.

Partita iva, quando si rischia la cessazione
Controlli sulle partite iva, quando l’agenzia delle entrate potrebbe notificarne la chiusura (ilovetrading.it / fonte ansa)

In questo caso ci si va a concentrare, in particolare, sulle partite iva che presentano elementi considerati di rischio; tra questi, ad esempio, l’inadempimento relativo al versamento delle imposte o degli obblighi dichiarativi ma anche i contribuenti che hanno già aperto partite iva con brevi cicli di vita in passato. Così come quelle che, dopo uno o più periodi di inattività, riprendono ad operare. Si tratta di controlli trasversali che possono riguardare sia le ditte individuali che le associazioni e gli enti, sia i lavoratori autonomi che i rappresentanti legali di società.

Quando si rischia la chiusura della P.Iva

Sono due le fasi dell’attività di controllo. Anzitutto vengono analizzate, recuperandoli dalle banche dati ma anche da segnalazioni di altri enti, le informazioni disponibili. A quel punto il contribuente viene raggiunto da una comunicazione nella quale l’Agenzia delle Entrate richiede la sua presenza presso il più vicino ufficio competente. In tale sede verranno richiesti una serie di chiarimenti e la relativa documentazione.

Qualora il contribuente non dovesse presentarsi oppure non fornisse documentazione idonea per chiarire la sua situazione e le anomalie riscontrate, potrebbe rischiare di ricevere dall’Agenzia delle Entrate una comunicazione relativa alla cessazione della sua Partita Iva accompagnata da una sanzione amministrativa dell’importo di 3000 euro. Inoltre qualora intendesse richiedere l’attribuzione di una nuova Partita Iva, al contribuente sarà richiesta una fideiussione bancaria o in alternativa una polizza fideiussoria pari ad almeno 50mila euro.

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