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Pignoramento, puoi salvarti anche se è già in essere: ci sono almeno 2 nuove possibilità

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Samanta Airoldi

Due nuove leggi cambiano tutto in materia di pignoramento: da oggi è molto più semplice evitarlo o bloccarlo. Vediamo i dettagli.

Vedersi pignorare la casa, lo stipendio o il conto in banca non è così raro di questi tempi. Due nuove leggi intervengono sulla materia e cambiano tutto. In questo articolo vi spieghiamo come fare per evitare il pignoramento o bloccarlo anche se è già in corso.

Come evitare il pignoramento
Ora è possibile evitare il pignoramento/ Ilovetrading.it

In un’epoca caratterizzata da carovita, rialzi e rate dei mutui che continuano ad aumentare, contrarre debiti non è poi così raro. Avere debiti con la banca, con il Fisco o con privati e non riuscire a sanarli porta verso un’unica direzione: quella del pignoramento. Non sono poche le persone che si vedono pignorare lo stipendio  o la pensione, il conto in banca, l’automobile e, a volte, persino la casa.

Quando una casa viene pignorata viene poi messa all’asta e solo nella remota ipotesi in cui non venisse venduta nemmeno dopo la quarta asta, allora tornerà al proprietario. Ma è una situazione che non si verifica quasi mai. Possono essere pignorate anche le prime case e anche le abitazioni in cui vivono minori o disabili. Tuttavia due nuove leggi hanno apportato importanti cambiamenti in materia e da oggi diventa più facile evitare il pignoramento.

Ecco come evitare o bloccare il pignoramento

Cambiano le regole in materia di pignoramento. Da oggi un debitore avrà più strumenti per evitarlo o per bloccarlo anche qualora fosse già in corso. Vediamo nei dettagli quali sono le novità.

Evitare o bloccare il pignoramento
Due nuove leggi per bloccare il pignoramento/ Ilovetrading.it

Il primo sistema che permette di evitare o bloccare un pignoramento è quello previsto dalla legge “salva suicidi” entrata in vigore nel 2015. Essa si rivolge unicamente alle persone che versano in gravi condizioni economiche. Questa legge prevede diverse soluzioni:

  • se i debiti derivano da un esercizio d’impresa, è possibile concordare con il creditore un pagamento del debito rateizzato;
  • ristrutturazione del debito: se il debito riguarda sia l’esercizio di impresa sia la sfera privata, il debitore può proporre al giudice un piano di rientro che sia per lui sostenibile;
  • liquidazione controllata: il debitore può vendere le sue proprietà per ripagare i creditori. Se, anche dopo aver venduto tutto, non si riuscisse ancora a restituire l’intera cifra dovuta, a quel punto il debito diventerà inesigibile e il debitore tornerà ad essere libero;
  • possibilità di accedere ad una procedura familiare, per sostenere la cancellazione del debito di un soggetto che non ha nulla.

C’è poi un secondo sistema che consente  di bloccare il pignoramento di una casa anche se la procedura è già in corso. Infatti una  recente sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito che un debitore può fare ricorso se il contratto che aveva stipulato con la banca al momento dell’acquisto contiene clausole abusive. Sono ritenute clausole abusive quelle che non rispettano il principio di equità come:

  • esclusione o limite alla responsabilità della banca se il consumatore muore o subisce danni a causa di azioni od omissioni da parte della banca stessa;
  • modifiche unilaterali di un contratto, risarcimento unilaterale in caso di annullamento e annullamento con breve preavviso da parte dell’istituto di credito;
  • proroghe automatiche dei contratti;
  • clausole occulte.

In presenza di uno o più di questi elementi in un contratto, il debitore può  bloccare il pignoramento anche quando è stato già avviato il procedimento di messa all’asta di una casa. A quel punto il giudice dovrà rivedere tutto il procedimento e potrà decidere di bloccare l’asta giudiziaria.

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