Il parlamento europeo ha fissato verso la fine dell’estate la prossima revisione della direttiva sulle “case green”. La classe energetica degli edifici va migliorata.
Forse non tutti hanno sentito parlare della Energy Performance of Building Directive, comunemente chiamata direttiva EPBD. In Italia come all’estero se ne sta discutendo in quanto fissa scadenze e obiettivi relativi ai consumi energetici degli edifici. Le modifiche e gli interventi variano a seconda che si tratta di immobili residenziali o meno, ma i tempi sono stretti e i prezzi non certo bassi. Il 31 agosto si terrà perciò una revisione della direttiva per raggiungere un accordo finale tra Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione Europea.
Uno dei punti da chiarire sarà quello sulle misure di sostegno che i singoli stati dovranno prevedere a livello finanziario. Ad esempio per sostituire i vecchi impianti di condizionamento o per il riscaldamento delle abitazioni. Entro il primo giorno del 2030 ci si aspetta che tutti gli immobili residenziali arrivino a rientrare nella classe energetica E. Dopo questo traguardo la direttiva EPBD pone un limite stringente di tre anni per risalire fino alla classe D e per finire entro il 2050 il raggiungimento delle emissioni zero.
Visti i tempi, tanto vale puntare direttamente alla classe D per la propria casa o appartamento. L’associazione OICE aderente a Confindustria stima tra i 40.000 euro e i 60.000 euro per un appartamento di circa 100 mq e di classe G. Una cifra comprensiva di interventi relativi ad infissi, riscaldamento ed eventuale installazione di pannelli fotovoltaici.
A partire dai primi di luglio sono previsti quattro incontri tecnici che rivedranno già in parte la direttiva. Si comincia con la data del 4 luglio con il primo, mentre l’ultimo si terrà il 19 luglio. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica punta prima di tutto a provare a cambiare le scadenze, che per l’Italia sarebbero impegnative e poco pratica.
Oltretutto l’articolo 16 della direttiva EPBD chiede agli Stati di ritirare la classificazione energetica. Ogni nazione di solito adotta dei criteri propri ma in questo caso si prevede di stabilire un sistema univoco, che potrebbe prevedere più lavori di quelli previsti finora. Si parla di milioni di strutture in più da riqualificare.
Un altro punto di discussione riguarderà le ispezioni che confermeranno o meno se la classe energetica sarà stata raggiunta. C’è la paura che queste portino a una svalutazione degli immobili. Infine ci si chiede se occorrerà introdurre dei sistemi di automazione o meno fra gli obblighi.
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