In arrivo novità per quanto riguarda l’anticipo del TFR e del TFS. Si pronunciano la Consulta, l’INPS e il Parlamento.
La questione del riconoscimento anticipato del TFR e del TFS interessa molto ai lavoratori perché da questo potrebbe cambiare il loro primo importo dopo il ritiro. Dopo la nuova sentenza della Consulta sembra che la discussione sia lontana dal finire.
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione in merito al pagamento anticipato del TFS (Trattamento di Fine Servizio) di alcuni enti locali ai propri dipendenti, che ha dichiarato illegittima le azioni di tali enti, la discussione è ancora aperta. Il periodo di crisi dell’economia italiana e del lavoro sta portando molte imprese sia statali che private a tentare soluzioni mai provate prima. Questo vale anche per gli enti locali, che per aiutare i propri lavoratori ritiratisi dal posto di lavoro hanno deciso di erogate il TFS prima di quanto concesso dalla Legge.
La norma, infatti, vorrebbe che l’erogazione del TFS ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000 avvenisse in due momenti precisi: la prima quota arriverebbe l’anno successivo alla fine del rapporto di lavoro, mentre la seconda l’anno dopo ancora. La palla è adesso passata in mano alla Corte Costituzionale, dato che la norma sul pagamento così lungo del TFS rappresenta un problema, e la Corte non si è ancora espressa.
Il ritardo della Corte Costituzionale sulla decisione da la misura di quanto delicato sia questo problema. Tuttavia sembra che la tendenza della sia di dichiarare l’illegittimità di un pagamento tanto lungo del trattamento per i lavoratori. I motivi del ritardo della decisione derivano dall’effetto domino di problemi che la legittimazione del pagamento anticipato del TFS creerebbe.
I problemi con il pagamento anticipato, interviene l’INPS
Una voce molto preoccupata sulla possibilità che si debba procedere con un pagamento anticipato del TFS o del TFR arriva dall’INPS. Secondo i portavoce il problema immediato della resa in legge del pagamento anticipato dei trattamenti porterebbe alla necessità per lo Stato di pagare immediatamente circa 14 miliardi di euro di TFS, pagamento straordinario che intaccherebbe fortemente le finanze dell’INPS.
Recentemente, tuttavia, Pasquale Tridico è tornato sull’argomento dichiarando che l’INPS ha a disposizione una situazione patrimoniale netta positiva di 23 miliardi di euro, perciò il pagamento di questi 14 miliardi in TFS non rappresenterebbero il dramma che ci si immaginava. Questa novità darebbe nuove speranze perché la decisione di rendere legge il pagamento anticipato di TFS e TFR venga presa in tempi brevi.
La risposta della politica
Non solo la giurisprudenza si sta barcamenando intorno a questa situazione, ma anche la politica. In Parlamento stanno venendo proposte nuove leggi per regolamentare il pagamento dei due trattamenti. L’ultimo, a firma Lega e Fratelli d’Italia, prevede due modifiche alla legge vigente.
Questi prevedono disposizioni urgenti per il rafforzamento delle capacità delle amministrazioni e potrebbero permettere di cancellare la disparità di trattamento per i dipendenti pubblici tra chi riceve il TFS e chi invece il TFR. Per il secondo trattamento la situazione è molto migliore perché è stato creato con una legge successiva e si applica solo ai lavoratori pubblici assunti dopo il 1 gennaio 2001.