Per contrastare inflazione e carovita, i sindacati sono riusciti a garantire ad alcuni lavoratori un bell’aumento sullo stipendio di giugno: ecco quali categorie sono interessate.
Alcuni lavoratori dipendenti potranno presto godere di un aumento di stipendio, e tutto ciò grazie a un adeguamento salariale ottenuto dopo un accordo sopraggiunto negli ultimi giorni e motivato da evidenti squilibri fra busta paga e potere di acquisto rispetto al rincaro dei prezzi.
L’ISTAT si è pronunciato pubblicando i dati consuntivi sull’inflazione IPAC (sigla che sta per Indice dei prezzi al consumo). La situazione è grave: quasi tutti i prodotti costano più che in passato, al netto dei rincari energetici davvero importati registrati nel 2022.
L’indice, riguardo al periodo 2023-2026, rivela un’enorme progressione. Per questo motivo alcune categorie di lavoratori sono riusciti ad ottenere un aumento dello stipendio già a giugno.
Di quanti soldi si parla? E com’è strutturata nello specifico la tabella degli aumenti? E, soprattutto: qual è la categoria privilegiata? Con l’inflazione così alta, sono tanti i settori in difficoltà. Moltissime persone faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sempre è possibile intervenire per adeguare gli stipendi al carovita.
Aumenti nello stipendio già a giugno: questi lavoratori guadagneranno un bel po’ in più
Qualcosa si può fare laddove la categoria di lavoratori coinvolge centinaia di migliaia di individui ed è inquadrata come un settore importante a livello giuslavoristico ed economico per gli interessi italiani. Nel caso specifico parliamo di un segmento piuttosto rilevante dell’industria manifatturiera-metalmeccanica italiana.
La busta paga che si adegua per contrastare il carovita interessa infatti i metalmeccanici, che da giugno potranno godere, per contratto, di un incremento medio sullo stipendio di circa 123,40 euro. Tale aumento salariale è stato previsto per la categoria dietro accordo fra Federmeccanica, Assistal e FIM, FIOM e UILM. I beneficiari sono circa un milione e mezzo in tutto.
E senza la clausola di salvaguardia inserita nell’ultimo rinnovo contrattuale del 5 febbraio 2021 (per adeguare le retribuzioni all’aumentare del costo della vita), l’aumento di giugno non ci sarebbe stato.
L’effetto della clausola consiste infatti in un aumento sui minimi retributivi ancorato all’inflazione dell’anno precedente. Così il metalmeccanico che guadagnava fino a 1.600 euro otterrà 99,60 euro in più. Si registra poi un +110,45 euro per uno stipendio pari a 1.783,90 euro. E così via fino ai +162,21 euro per uno stipendio pari a 2.619,93 euro.
Le cifre, ovviamente, non sono sparate a caso. Sono calcolate sulla base della stima dell’inflazione misurata dal già citato indice IPCA, al netto dei beni energetici importati. Senza clausola, gli aumenti si sarebbero limitati a 27 euro.
