Secondo la normativa, è obbligatorio attestare le classificazioni energetiche e presentare l’APE sia in caso di nuove costruzioni che per interventi di ristrutturazione che coinvolgono più del 25% della superficie dell’immobile. In tali casi si calcola, come ormai noto,  la classe energetica dell’edificio sulla base di una scala alfanumerica. Il punteggio massimo corrisponde al A4 e la scala finisce con il punteggio minimo di G.

Ci sono tuttavia alcune tipologie di immobili che sono esenti dall’obbligo di certificazione APE. Quali sono? Secondo quanto stabilito dal legislatore, possono evitare di presentare le certificazioni energetiche le strutture agricole, artigianali e industriali. Ma anche i box e i garage e i fabbricati isolati con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

Non hanno poi bisogno di APE i luoghi di culto e gli edifici di comprovato valore artistico o storico da restaurare. Ancora: gli edifici non residenziali (purché siano presenti locali climatizzati), quelli registrati come beni paesaggistici e culturali e le costruzioni che necessitano di un risanamento sulla base del piano urbanistico. Ovviamente l’APE non serve neppure per gli edifici dotati impianti produttivi installati internamente.

APE e nuoce classificazioni energetiche: senza è impossibile vendere e ristrutturare

Sintetizzando il quadro, ci si rende immediatamente conto che ormai è quasi impossibile vendere o ristrutturare un immobile senza l’APE rilasciato da un soggetto accreditato. E per il rilascio dell’attestazione, ovviamente, ci vuole un’opportuna valutazione tecnica delle caratteristiche dell’immobile.

Certificazioni energetiche: perché sono obbligatorie
Per vendere o ristrutturare casa serve l’APE – ilovetrading.it

Il certificato non vale per sempre: ha validità pari a dieci anni e riguarda sia le abitazioni singole sia i condomini. Nell’APE devono essere indicati gli indici di prestazione energetica parziale, globale e relativa classe energetica, la prestazione energetica globale e gli interventi da realizzare (ristrutturazione e riqualificazione energetica). Bisogna poi esplicitare i consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento e le emissioni di anidride carbonica ed energia esportata.

In caso di inadempimento sono previste multe per tutti i soggetti coinvolti. Per il certificatore le sanzioni vanno da settecento a quattromiladuecento euro. Per il costruttore o proprietario la multa parte da tremila e può arrivare fino a diciottomila euro. E per il direttore dei lavori da mille a mila euro.