Aumentano le vittime della truffa del cambio dell’IBAN. State molto attenti alle comunicazioni che vi arrivano per messaggio.
Le autorità hanno riscontrato il dilagare di una nuova truffa telefonica soprannominata “del cambio dell’IBAN”. Con questa tecnica cercano di fregare le aziende utilizzando una falsa emergenza. Le forze dell’ordine invitano a diffidare delle comunicazioni per SMS.
Una fenomeno molto diffuso soprattutto nelle zone più industrializzate del Nord Italia è quello della truffa del cambio dell’IBAN. Si tratta di un nuovo tipo di truffa finanziaria che ha come particolarità quella di colpire non privati cittadini, bensì le aziende. La strategia dei truffatori è quella di porti in mezzo alle dinamiche dei pagamenti digitali, per questa ragione hanno assunto tra le forze dell’ordine l’appellativo di “men in the middle”, gli uomini che stanno in mezzo. Queste bande di malviventi si servono di moderne tecnologie informatiche per mettere in atto una truffa molto semplice nella sua formulazione, ma anche molto complessa nella sua reale messa in atto.
Per capire come funziona la truffa del cambio dell’IBAN anche per chi non si intende di scambi tra imprese e clienti occorre fare una digressione. Quando un’impresa si interfaccia con un cliente per farsi pagare un lavoro al momento dell’invio della fattura indica al cliente il codice IBAN in modo che si possa procedere al pagamento. Questa comunicazione può accadere sia tramite l’invio manuale di un documento PDF con tutte le informazioni, sia con l’invio da parte dell’azienda di un link verso un portale privato in cui il cliente può prendere le informazioni necessarie per procedere al pagamento. Questo secondo metodo è utilizzato per minimizzare il rischio che le informazioni dell’azienda circolino.
Truffa contro le aziende, ecco cosa succede
Proprio in questo secondo sistema di comunicazione con il cliente si insinuano i truffatori digitali. Sebbene la piattaforma privata dell’azienda possa essere controllate esiste una breve finestra di tempo in cui il cliente deve entrare per vedere i dati per il pagamento. Per un pirata informatico capace è possibile hackerare anticipatamente la piattaforma in modo da cambiare il codice IBAN dell’azienda con un altro codice che porta ad un altro conto corrente a cui l’ignaro cliente invierà i soldi destinati all’azienda per il suo servizio.
I codici IBAN utilizzati dai truffatori portano nella maggior parte dei casi a conti corrente in Stati all’estero intestati ad aziende fantoccio create unicamente per incassare la somma del pagamento. In questo modo il pagamento viene deviato verso una destinazione che non è quella che avrebbe dovuto essere.
Come prevenire truffe di questo tipo
La risposta delle autorità davanti dal dilagare di queste truffe in Italia è una fitta campagna di sensibilizzazione atta a mostrare ai cittadini e ai titolari di imprese che esistono queste eventualità e che sono molto pericolose.
La maniera migliore per difendersi in questo caso è quella di controllare spesso le informazioni contenute nelle proprie piattaforme interne, in particolare quando sappiamo di essere vicini ad un pagamento. In questo modo si minimizzano le possibilità di essere fregati da questo trucco.