Vi è la possibilità di detrarre le spese funebri ed in che misura? Cosa prevede la legge e quali sono i limiti per le detrazioni Irpef.
Affrontare il funerale di un proprio caro è estremamente complesso sia dal punto di vista psicologico e mentale che per quanto riguarda i costi. Solitamente si tende a non pensare troppo all’aspetto economico considerato il legame affettivo con la persona venuta a mancare, e ci si concentra sui ricordi e sui momenti felici trascorsi insieme.
Purtroppo però arriverà ad un certo punto anche il momento di doversi occupare delle spese funebri: da questo punto di vista viene dunque da domandarsi se vi sia la possibilità di accedere ad eventuali detrazioni Irpef. La risposta in tal senso è positiva ma quali sono i requisiti, i limiti e le condizioni?
Iniziamo subito con lo specificare che la detrazione Irpef alla quale è possibile accedere è pari al 19% e può farlo chiunque sostenga le spese funebri dunque non necessariamente un familiare, ed anche qualora la persona venuta a mancare non sia fiscalmente a carico del contribuente. Vi è però un limite massimo entro il quale tali detrazioni sono previste ed è pari, per il 2023, a 1.550 euro (con abbattimento dell’imposta pari a 294,50 euro); limite che non può essere superato anche qualora il pagamento venga ripartito su più annualità.
Inoltre le spese andranno espressamente indicate nella dichiarazione dei redditi e per la precisione nel Quadro P usando il codice 14. L’articolo che regolamenta la detrazione nel dettaglio è il n.1, comma 954, lettera “a” della Legge n. 208/2015. Detrazione che è possibile solo qualora il pagamento venga effettuato in maniera tracciabile ovvero via bonifico bancario, postale o mediante carte di credito. La novità rispetto al passato è che se prima solo le persone indicate nell’articolo 433 del Codice Civile potevano ottenerla, oggi non vi sono limitazioni in merito ai rapporti tra il contribuente ed il defunto che possono anche non essere di parentela, vincolo eliminato dal legislatore.
Le spese incluse sono quelle relative alle operazioni “occorrenti e connesse in modo diretto con la salma”. Dunque dall’acquisto della lapide a quello della bara, dalla scelta dei fiori alle luci fino al funerale, tutto sarà oggetto di detrazione. L’unico vincolo è che debba trattarsi di spese che rispondano al cosiddetto criterio di attualità ovvero strettamente connesse allo specifico evento con un preciso rapporto causa effetto tra il decesso e la successiva spesa sostenuta.
Tra le altre somme detraibili vi sono quelle relative alle ricevute del versamento per i diritti cimiteriali effettuato al comune, la fattura rilasciata dalle pompe funebri, l’annuncio funebre. Ma spese sostenute anticipatamente (acquisto loculo o tomba di famiglia) non potranno essere considerate e così anche i costi per traslazione salma per ragioni igienico sanitarie, per eventuale esumazione e re-inumazione. Rientrano invece i costi per trasporto al cimitero e sepoltura della salma così come per comprare il loculo e per l’incisione del nominativo. Se corredate da documentazione originale e traduzione in italiano, anche le spese sostenute all’estero vengono considerate.
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