Tutti conoscono la regola del limite del quinto per il pignoramento ma vi sono casi nei quali l’intero stipendio può essere prelevato? Facciamo chiarezza
Quando si parla di pignoramento una delle prime informazioni che viene in mente è quella legata ai limiti del denaro che è possibile prelevare al lavoratore dipendente. Stiamo parlando della regole del quinto (dello stipendio), un beneficio che consente di non prendere l’intera retribuzione del lavoratore rispettando un limite che gli consenta di non ritrovarsi indebitato ed impossibilitato a gestire anche le minime spese mensili.
Questa regola viene inoltre applicata anche alle collaborazioni coordinate e continuative ovvero ai rapporti di lavoro parasubordinati. Ma sono in tanti a domandarsi se vi siano casi nei quali lo stipendio possa essere pignorato per intero.
Ad esempio cosa prevede la normativa nel caso in cui il pignoramento riguardi manager e, nello specifico, gli amministratori di una società? Oppure cosa accade qualora lo si effettui sul conto corrente? Insomma, ci sono casi nei quali si rischia di perdere l’intero stipendio? Il primo caso, quello nel quale il creditore pignora lo stipendio del dipendente anticipatamente ovvero prima che la retribuzione venga accreditata sul conto corrente, vale la regola di un quinto del salario (il tutto ovviamente con notifica dell’atto al datore di lavoro) e questa procedura proseguirà fino a completa estinzione del debito.
Se il pignoramento avviene quando lo stipendio è già stato accreditato la notifica dovrà essere inviata alla banca: in questo caso i risparmi sono pignorabili interamente ma solo per ciò che va in eccedenza rispetto al triplo dell’assegno sociale (503, 27 euro per tre ovvero 1.509,81 euro). Le successive buste paga verranno invece pignorate rispettanti i limiti di un quinto. Pertanto se sul conto è presente meno di un migliaio di euro non sarà possibile pignorarli.
Il creditore può però pignorare l’intera giacenza nel caso in cui oltre allo stipendio affluiscano sul conto corrente altre somme di denaro di diversa provenienza. Invece i compensi destinati a professionisti, artigiani, lavoratori autonomi e partite Iva possono essere interamente pignorati. Il blocco, da parte del creditore, può avvenire prima che il cliente versi la somma al prestatore d’opera oppure successivamente all’accredito sul conto ma si tratterà sempre di pignoramento senza limiti.
Infine chiariamo l’ultimo punto: può essere pignorato per intero anche il compenso degli amministratori di una Spa, come previsto dalla sentenza n. 1545 del 20 gennaio 2017 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite. Con esse si chiarisce il rapporto di natura societaria tra un manager ed una Spa: pertanto l’amministratore è rappresentante della società e i loro compensi sono considerati funzionali alla vita dell’azienda.
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