Per la pensione di vecchiaia è necessario un determinato requisito contributivo, ma non tutti i versamenti hanno lo stesso valore.
La Legge Fornero ha stabilito che, per accedere alla pensione di vecchiaia, sono necessari due requisiti, uno anagrafico e uno contributivo.
La prestazione, infatti, decorre dal primo giorno del mese seguente a quello di raggiungimento di entrambe le condizioni. Se la richiesta di pensione è inoltrata in ritardo, vengono ugualmente assicurati tutti gli arretrati.
Il presupposto anagrafico è unico sia per gli uomini sia per le donne ed è fissato a 67 anni.
Il requisito contributivo per la pensione di vecchiaia, invece, è di 20 anni. Ai fini della sua maturazione vengono presi in considerazione versamenti previdenziali di varia natura e, in particolare:
- obbligatori (quelli che è tenuto a versare il datore di o il lavoratore autonomo);
- volontari (quelli pagati dal contribuente);
- figurativi (come quelli accreditati per servizio militare o servizio civile, maternità, malattia, infortunio);
- da riscatto.
Ci sono, tuttavia, delle differenze tra i contributi utili per il diritto all’assegno pensionistico e quelli utili per la misura dello stesso.
I contributi obbligatori (sia quelli accreditati dal datore di lavoro sia quelli pagati dal lavoratore autonomo) non presentano particolari problematiche al momento dell’invio della domanda di pensione.
I contributi figurativi, al contrario, potrebbero richiedere ulteriori verifiche in fase di pensionamento perché alcuni di essi sono riconosciuti d’ufficio, mentre altri sono riconosciuti esclusivamente su domanda.
Contributi figurativi: attenzione, potrebbero mettere a rischio la pensione
I versamenti figurativi che vengono riconosciuti d’ufficio sono quelli accreditati per:
- Cassa Integrazione Ordinaria o Straordinaria;
- contratto di solidarietà di integrazione salariale;
- disoccupazione indennizzata, ad esempio la Naspi;
- mobilità ordinaria;
- disoccupazione speciale edile o agricola;
- indennità antitubercolare;
- malattia o infortunio.
I contributi figurativi che, invece, sono riconosciuti esclusivamente su domanda sono quelli legati a:
- servizio militare di leva o servizio civile obbligatorio;
- congedo di maternità o di paternità;
- congedo parentale;
- permessi e congedi stabiliti dalla Legge n. 104/1992;
- periodo di aspettativa per cariche pubbliche e sindacali;
- assenza per donazione di sangue.
I versamenti obbligatori, figurativi, volontari e da riscatto sono tutti utili sia per il raggiungimento del diritto alla pensione (ossia i 20 anni richiesti dalla Legge Fornero) sia per la misura della stessa, cioè per la determinazione dell’importo spettante. In ogni caso, l’interessato farebbe bene a controllare la propria posizione, prima di presentare domanda di pensionamento, per rimediare nel caso in cui ci siano dei periodi non coperti.
Gli unici contributi che sono utili sono ai fini del raggiungimento del diritto alla prestazione ma non anche per la misura della stessa sono quelli accreditati durante il periodo di erogazione dell’Assegno Ordinario di Invalidità e quelli durante i quali sono stati svolti Lavori Socialmente Utili (LSU) oppure Lavori di Pubblica Utilità (LPU).
Per verificare se tutti i versamenti posseduti, anche quelli diversi dagli obbligatori, sono stati pagati è necessario richiedere all’INPS il cd. estratto contributivo. Si tratta di un documento nel quale sono contenuti tutti i dati relativi alla contribuzione versata a qualsiasi titolo e l’eventuale autorizzazione ai versamenti volontari non ancora pagati, che l’interessato ha dimenticato di aver richiesto.
