L’Europa chiede agli italiani 50 mila euro di lavori per rendere green la propria abitazione. La richiesta spaventa e infastidisce.
Bisogna salvare il pianeta e noi siamo gli eroi chiamati a farlo. Ma questo non è un film e non tutti possono permettersi di spendere 50 mila euro di lavori, soldi che non hanno.
Gli italiani sperano che la mediazione sulle direttive delle case green vada a buon fine e che vengono salvati dal dover investire 50 mila euro per ristrutturare l’abitazione e renderla efficiente dal punto di vista energetico. L’obiettivo è lodevole, sia chiaro, ma il problema sono i soldi.
Le nuove regole UE parlano di neutralità energetica entro il 2050 e della riduzione delle emissioni al 55% entro il 2030. Tutto per salvare il pianeta in cui viviamo e che fino ad oggi abbiamo massacrato ma come si può chiedere un intervento del genere a cittadini che vivono con 1.000/1.500 euro al mese se sono abbastanza fortunati? Gli immobili di classe G e F dovranno diventare di classe E minimo entro il 2030 e di classe D entro il 2033. Significa spendere minimo 50 mila euro tra cappotto termico, pannelli solari, infissi nuovi. Somma impensabile per tante famiglie.
Le nazioni europee – Italia compresa – dovranno seguire le direttive UE e adeguare le case entro il 2030 e il 2033. Tempi ristretti che stanno preoccupando notevolmente i cittadini. La speranza è che dall’incontro tra Parlamento, Consiglio e Commissione nasca una mediazione efficace con riferimento alla revisione dell’Energy Performance of Building Directive. La mediazione potrebbe alleggerire gli oneri per i cittadini e rendere l’adeguamento più gestibile.
Si attende, dunque, un salvataggio in extremis ma ad oggi non è possibile dire se tale aiuto arriverà o se resteranno le date 2030 e 2033 come termine ultimo per il passaggio alla classe E e D. In Italia significherebbe adeguare la maggior parte degli immobili in 7/10 anni dato che ad oggi quasi tutte le abitazioni sono di classe G. E poi c’è la questione della revisione della classe energetica.
Ogni Paese membro dell’UE ha una personale interpretazione della classificazione energetica. Occorrerebbe, dunque, stabilire un sistema unico che potrebbe mettere ancora più in crisi la nostra nazione. La stima è di circa 1,8 milioni di edifici da riqualificare. Questa questione è al centro dell’incontro così come quella delle ispezioni. Nei piani UE ci sono ispezioni periodiche agli impianti di riscaldamento e condizionamento, alle certificazioni rilasciare e alle verifiche effettuate. E non dimentichiamo il nodo delle caldaie e dei sistemi ibridi.
Una situazione aggrovigliata, dunque, che spaventa i cittadini che non potendo effettuare gli interventi richiesti vedrebbero la loro abitazione svalutarsi quasi totalmente. Con i lavori di efficientamento, invece, il valore della casa crescerebbe del 30% circa. Cosa accadrà? La negoziazione potrebbe, come detto, portare benefici alle famiglie e alle imprese ma il percorso è ancora lungo e ci saranno tanti altri incontri necessari per definire i dettagli delle prestazioni energetiche degli edifici.
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