Quali sono le operazioni che ci sono consentite quando il nostro veicolo è posto in fermo amministrativo? Ecco cosa c’è da sapere.
Le spese da dover affrontare oggi giorno sono davvero tante. E provare a farle conciliare tutte è davvero complicato. Sono tanti gli italiani che, in attesa di un aumento dello stipendio che potrebbe portare il taglio del cuneo fiscale, arrivano alla fine del mese cercando di risparmiare qualcosina. E di certo, tra bollette da pagare e spese accessorie, oltre che quelle quotidiane, risparmiare diventa davvero un’opera complessa.
Come se non bastasse, inoltre, in tanti hanno un cassetto fiscale ampio. Al suo interno, sono presenti cartelle esattoriali da dover pagare, maturate a causa di pregressi pagamenti mancati. Come possono essere, ad esempio, multe, tasse di circolazione non pagate, eccetera. Talvolta però, queste cartelle pendenti possono portare ad un fermo amministrativo del nostro veicolo. In questi casi, cosa è davvero possibile fare con la nostra auto?
Avere un veicolo in fermo amministrativo è una bella rogna. Il fermo amministrativo scatta quando un proprietario di un’automobile ha dei debiti con l’erario, e non li salda. Dal momento della comunicazione della cartella, il contribuente ha due mesi di tempo per poter pagare, dopodiché può essere imposta questa sanzione da parte dell’ente, per fra fronte al pagamento. Una volta pagato, il fermo amministrativo verrà rimosso.
Quando è presente il fermo sull’automobile, c’è ben poco da fare. L’auto non può essere utilizzata, pena anche il sequestro del veicolo, oltra ad una ulteriore pesante sanzione. Inoltre, ormai, tantissime strade sono dotate di telecamere che, al passaggio di qualche veicolo non in regola, possono trasmettere la targa agli enti, e quindi si corre il rischio di essere beccati anche se non fermati dalle autorità. Insomma, quando l’auto ha il fermo amministrativo, c’è poco da fare: non può circolare. E allora, quali sono le operazioni a noi consentite?
Le opzioni da poter perseguire sono sostanzialmente due: la prima è pagare tutte le cartelle pendenti all’ente. Una volta provveduto al pagamento, la sanzione verrà rimossa e sarà possibile utilizzare nuovamente il veicolo. La seconda operazione che è possibile fare, è rottamare l’auto incriminata. Come si può vedere, sono due soluzioni estreme, che entrambe possono porre fine al problema. Ma la domanda che si fanno in tanti è: se si rottama l’auto, vanno comunque pagate le cartelle?
In questo caso, una volta inviata una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, l’ente individuerà il veicolo come radiato, e pertanto il contribuente non è più tenuto a dover pagare le morosità delle cartelle esattoriali. Talvolta, ci sono veicoli anche vecchi e che hanno un valore più affettivo che di mercato, e quindi si prende in considerazione la strada della rottamazione. Se le cartelle da dover sostenere sono importanti e non si dispone di mezzi per poterle pagare, la rottamazione dell’auto è un modo per poter porre fine al contenzioso economico tra voi e l’ente creditore.
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