Una notizia che in tanti attendevano per quanto riguarda l’aumento in busta paga: sei al corrente di tutta la verità di questa misura?
Tanti nuclei familiari sono alle prese con i conti da fare alla fine del mese, cercando di approfittare quanto più possibile degli aiuti che il governo stanzia. Un traguardo non di certo facile da raggiungere, considerando che il caro vita è una presenza costante che sembra non avere soluzione di continuità, con i prezzi in quasi tutti i settori che rimangono decisamente elevati.
Con il costo della vita così alto, è normale che si torni a parlare della possibilità di un aumento degli stipendi: in questi anni infatti gli stipendi non sono stati adeguati e le difficoltà delle famiglie sono di conseguenza aumentate. Da qualche tempo a questa parte si parla del cosiddetto taglio del cuneo fiscale, una possibile soluzione alla problematica, ma quando arriverà? Quale sarà la sua incidenza sui ricavi mensili degli italiani? Ecco cosa ha deciso il Governo.
Aumento in busta paga: ecco il taglio al cuneo fiscale
In tantissimi lavoratori italiani, verrebbe da dire praticamente tutti, sono in attesa dell’aumento dell’importo della busta paga. Questo non sarebbe garantito da un aumento di retribuzione concesso dai loro datori di lavoro, ma dal tanto atteso taglio del cuneo fiscale.
Il cuneo fiscale è uno strumento che misura la tassazione sul reddito di ogni lavoratore. Viene esso determinato dalla differenza che corre tra il costo del lavoro, e la retribuzione netta da pagare al lavoratore. In alcuni casi è praticamente pari, se non oltre, al 50% della busta paga.
Vien da sé pensare che sono soldi che un lavoratore sente di perdere, in una differenza così ampia. Ed ecco perché il taglio (o abbassamento) del cuneo fiscale, è ed è stata un caposaldo anche di campagne elettorali. Ed il Governo, in questo senso, non si è tirato indietro. La misura è stata inserita nella Legge di Bilancio 2023 ed è stata regolamentata nel nuovo Decreto Lavoro. Verrebbe da dire finalmente una bella notizia, ma è davvero quello che i cittadini si aspettano?
Cosa cambia? E quando?
Approvato al 1° maggio 2023, il Decreto Lavoro non avrà effetto immediato e retroattivo, come magari si aspettavano tanti italiani, dal mese di maggio e con l’erogazione di arretrati. Invece dovrebbe entrare in vigore a partire dal mese di luglio. Tali aumenti saranno previsti per tutti quei contratti di lavoratori dipendenti il cui reddito annuale non superi i 35 mila euro. Tocca ancora una volta attendere, quindi, prima che questa misura possa essere operativa.
Il taglio previsto è di circa 4 punti percentuali, per quelle mensilità che prevedono i pagamenti dal 1° luglio, appunto, fino al 31 dicembre 2023. Escludendo, però, la tredicesima. Una notizia dolce amara per tanti lavoratori che già si attendevano il taglio immediato, ma se non altro lascia ben sperare. Ci si augura, infatti, che il taglio possa giovare e possa essere aumentato magari a partire dal prossimo anno. Si spera inoltre che la platea dei beneficiari possa esse ampliata, magari prevedendo un taglio a scaglioni in base ai redditi dei lavoratori.