Il Reddito di Cittadinanza, ormai non è più un mistero, è stato abolito dal governo Meloni. Ma chi potrà continuare a riceverlo anche nel corso del 2024?
Quella dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza è stata una delle notizia più chiacchierate degli ultimi mesi. La decisione, fortemente osteggiata dal Movimento 5 Stelle che lo aveva a suo tempo introdotto, è stata presa dal nuovo esecutivo a guida Giorgia Meloni, che nel cancellare l’agevolazione destinata a milioni di italiani senza lavoro e finalizzata all’individuazione di una nuova occupazione ne ha introdotta un’altra con requisiti e regole differenti.
Si tratta dell’assegno di inclusione che, nel 2024, diventerà pienamente operativo. Secondo i dati recentemente resi noti da Bankitalia il passaggio alla nuova misura non piacerà a tutti dato che parte degli attuali beneficiari andranno di fatto a perderlo. Le stime dell’Istituto riportate nella consueta relazione annuale prevedono che circa il 60% di chi oggi riceve il sussidio resteranno tali anche nel corso del prossimo anno.
Reddito di cittadinanza, chi continuerà a riceverlo nel 2024 sotto forma di assegno di inclusione?
In primo luogo, a ridurre la platea di beneficiari sarà la stretta sui nuclei familiari senza figli minorenni, invalidi o senza over 60. Si tratta delle famiglie composte da ‘attivabili’ ovvero persone di età compresa tra 18 e 59 anni che avrebbero la possibilità di trovare un’occupazione; il governo vuole che ciò accada e che a differenza di quanto accadeva in alcuni casi con il Reddito di Cittadinanza, non dipendano dal sussidio ad oltranza, puntando invece alla ricerca di un lavoro stabile e duraturo dal quale trarre guadagni.
A cambiare è inoltre il reddito da non superare per poter avere i requisiti per richiedere l’agevolazione: anche questo è stato in parte modificato; se rimane la soglia di 6000 euro per singolo componente, aumentata sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare, a variare è la scala di equivalenza. Con il passaggio all‘assegno di inclusione infatti le regole si fanno più stringenti e, anche in questo caso, le componenti ‘attivabili’ non verranno prese in considerazione.
Dunque chi prende il sussidio da tempo ma la cui età lo rende idoneo ad essere ritenuto occupabile, potrebbe non essere considerato nel contesto dei requisiti per poter richiedere, tramite apposita domanda, l’assegno di inclusione.
Secondo lo studio di Bankitalia, di contro, 6 persone su 10 non rischiano nulla nel passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’assegno di inclusione. Di fatto, anche se cambierà nome, continueranno a ricevere il sussidio anche nel corso del 2024. Chi non deve preoccuparsi sono dunque coloro che appartengono a nuclei familiari al cui interno non sono presenti soggetti considerati ‘occupabili’ al lavoro.