Molti pensionati attendono una scadenza importante, ovvero quella relativa ai conguagli fiscali sulle pensioni. Riguardano chi ha indicato come sostituto d’imposta l’Inps: i dettagli
Quello che sta per arrivare è un periodo che milioni di pensionati italiani hanno già da tempo segnato sul calendario e che per alcuni porterà con sé novità positive mentre per altri rappresenterà un imprevisto economico in più da tenere in considerazione nel contesto del bilancio familiare. Stiamo parlando dei conguagli fiscali, quell’operazione riguardante i pensionati che hanno indicato come sostituto d’imposta l’Inps in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Può trattarsi di una buona o di una cattiva notizia per un semplice motivo: per alcuni questo si tradurrà in un rimborso IRPEF mentre altri pensionati si vedranno trattenere dai prossimi cedolini le imposte che ancora devono versare, con il risultato di una pensione, per un certo periodo, più bassa. È l’Inps ad occuparsi direttamente del conguaglio fiscale qualora sia stato usato il modello 730 per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Quando invece è stato utilizzato il modello Redditi Pf interviene l’Agenzia delle Entrate provvedendo al versamento del rimborso o a richiedere il versamento della quota IRPEF mancante.
Quello che ci si domanda in questa situazione è chi abbia diritto al rimborso e chi invece debba preoccuparsi sin da ora per il rischio di una trattenuta. Questo dipende nello specifico dall’esito del conguaglio che a sua volta è basato sui redditi che il pensionato ha percepito nel corso dell’anno fiscale 2022 e che ha dichiarato nel modello 730, nonché di eventuali detrazioni e deduzioni spettanti. La data specifica è strettamente collegata a quella dell’invio della dichiarazione dei redditi, dunque le tempistiche non sono uguali per tutti e sono differenti, lo sottolinea l’Agenzia delle Entrate, rispetto a quelle previste per i lavoratori dipendenti il cui sostituto d’imposta è il datore di lavoro. Se per questi ultimi già nel mese di luglio potrebbe arrivare il conguaglio, per i pensionati i tempi si allungano almeno sino ad agosto.
Dal conguaglio potrebbero emergere diverse situazioni: il contribuente potrebbe aver pagato l’esatto importo delle imposte dovute senza che dunque siano previste trattenute né rimborsi. Negli altri casi potrebbe aver versato meno o più tasse di quelle dovute: dunque in una situazione si vedrà applicate delle trattenute sulla pensione, nell’altra avendo saldo positivo avrà diritto a dei rimborsi. Per esempio chi oltre alla pensione ha altri redditi potrebbe doversi ritrovare con un ulteriore IRPEF da versare rischiando cioè un conguaglio a debito.
Ricordiamo che c’è tempo fino al 2 ottobre per l’invio del 730/2023 pertanto le tempistiche sono molto dilatate nel tempo variando da contribuente a contribuente. Chi l’ha già inviata troverà il conguaglio IRPEF nelle mensilità di agosto e settembre mentre chi ancora lo deve fare potrebbe attendere novembre o dicembre per il conguaglio. Qualora risulti dal conguaglio un credito più alto di 4000 euro il rimborso potrebbe inoltre slittare di alcuni mesi a causa dei controlli che l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare preventivamente.
Sia il rimborso che il recupero delle somme a debito verrà effettuato dal cedolino della pensione. Nel secondo caso il contribuente potrà pagare in un’unica soluzione e con una sola trattenuta oppure optare per il pagamento in varie tranche scegliendo la rateizzazione con tasso di interesse solitamente compreso tra 0,33 e 0,44%.
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