In merito ai mutui c’è un grosso rischio che riguarda le imprese: l’ABI ha fatto una comunicazione inaspettata.
Le banche italiane sono sotto stretto controllo da parte della Banca Centrale Europea e di Bankitalia. Di recente, infatti, sono state imposte delle regole molto più rigide che hanno anche inasprito il monitoraggio da parte degli organi di vigilanza.
Nonostante la crisi che ha coinvolto il sistema bancario americano e svizzero, per ora, il sistema bancario italiano sembra essere solido e forte. A ribadire tale solidità ci ha pensato Antonio Patuelli presidente dell’ABI, durante il Festival dell’economia di Torino.
In tale occasione il presidente Patuelli ha sottolineato come la difficile situazione bancaria rappresenti un grosso rischio per le imprese che hanno stipulato contratti di mutui variabili. Scopriamo quali sono i rischi e cosa ci attende in futuro.
Mutui a rischio: c’è poco da esser sereni per le imprese italiane
Negli ultimi sei mesi le banche hanno registrato risultati positivi. Questo dato potrebbe indurre a commettere un errore di valutazione ritenendo che i risultati positivi bancari siano dovuti principalmente o esclusivamente all’incremento dei tassi d’interesse sui mutui.
Infatti le cose non stanno esattamente così. Questi risultati positivi si sono registrati già nel 2022, ovvero prima dell’aumento dei tassi d’interesse da parte della BCE. Dunque, i risultati positivi bancari sono in realtà il frutto di un processo intrapreso già negli anni precedenti in cui sono state messe in atto delle operazioni di patrimonializzazione, accantonamenti e ristrutturazioni.
Diverso è il discorso per le imprese che hanno stipulato mutui con tasso variabile, per i quali c’è concretamente il rischio di andare incontro ad un deterioramento dei crediti e ad una nuova crisi del tessuto aziendale.
A tale proposito Patuelli ha sottolineato quanto sia necessario prevenire tali rialzi accantonando utili. A rischiare maggiormente sono soprattutto i mutui d’impresa sottoscritti con tasso variabile, che attualmente ammontano al 37%. Si tratta, dunque, di un ampio numero di imprese che mese per mese vedono aumentare la rata rischiando una crisi, soprattutto se i tassi dovessero rimanere alti ancora per molto tempo.
Si tratta di un vero e proprio effetto domino che porterebbe al deterioramento dei crediti bancari. Per evitare questo enorme rischio le banche dovranno fare la loro parte, ovvero accantonare maggiormente utili. Questa strategia va adottata anche dalle aziende italiane che hanno avuto l’abitudine di affidarsi ai tassi più convenienti, portando ad un eccesso di fiducia e ad un mancato accantonamento.