Nel 2023 sono cambiate le regole su pagamento dell’IMU. Modifiche sia per le aliquote che per i meccanismi. Attenzione a non sbagliare.
Per quanto fastidioso il pagamento dell’IMU sulla seconda casa è obbligatorio e il suo importo dipende dal valore della casa su cui si paga la tassa. A fronte dei numerosi tentativi di evasione, nel 2023 sono state modificate alcune regole per questa spesa.
L’IMU è una delle tasse meno tollerate dagli italiani come lo è stata l’ICI prima si essa. La tassa sulla casa a responsabilità comunale è una di quelle che maggiormente subisce tentativi di evasione, con numerosi trucchi e truffe ai danni dello Stato fatti per evitare questo pagamento.
A fronte di questo il Governo ha deciso per il 2023 si cambiare alcune cose al fine di rendere meno pesante e più rapida la procedura di pagamento. Ci sono state delle modifiche per quanto riguarda le aliquote minime per calcolare l’importo dell’IMU, così come delle nuove misure prese per fare in modo che i Comuni decidano in fretta quali aliquote applicare.
Dove possono intervenire i Comuni
Le novità sulle tasse sugli immobili sono state portate dalla Legge di Bilancio 2023. Fino all’anno scorso se il Comune non dichiarava l’aliquota per il pagamento dell’IMU veniva considerata valida l’aliquota presa l’anno precedente, dando maggiore continuità al pagamento.
Da quest’anno, invece, se il Comune non dichiara quale sia l’aliquota scelta per il pagamento della tassa entro il 28 ottobre con una delibera della giunta comunale poi pubblicata sul sito del Dipartimento delle Finanze, si applica l’aliquota minima prevista per l’IMU a livello nazionale. Per quest’anno l’aliquota minima è dell’8,6/1.000 per tutti gli immobili tranne i fabbricati del gruppo catastale D. Per questi resta l’aliquota al 7,6/1.000.
Entro il 28 ottobre 2023 i Comuni devono decidere se utilizzare le aliquote minime decise su base nazionale oppure modificarle. Ogni Comune può decidere di alzare l’aliquota fino a un massimo consentito dell’10,6/1.000 oppure anche ridurre l’aliquota al di sotto del minimo nazionale. Un Comune può anche decidere di azzerare l’aliquota.
Uno studio ha visto quali sono le città italiane con le aliquote IMU più alte. In ordine:
- Milano, con aliquota IMU del 1,14/1.000 e un importo medio di 5.175 euro;
- Venezia, con aliquota IMU del 1,06/1.000 e un importo medio di 5.190 euro;
- Firenze, con aliquota IMU del 10,6/1.000 e un importo medio di 5.045 euro;
- Roma, con aliquota IMU del 10,6/1.000 e un importo medio di 4.740 euro;
- Bologna, con aliquota IMU del 1,06/1.000 e un importo medio di 4.570 euro;
Le città con le aliquote IMU più basse invece sono:
- Caltanissetta, con aliquota IMU del 0,91/1.000 e un importo medio di 940 euro;
- Enna, con aliquota IMU del 0,81/1.000 e un importo medio di 865 euro;
- Campobasso, con aliquota IMU del 1,06/1.000 e un importo medio di 1.130 euro;
- Agrigento, con aliquota IMU del 0,81/1.000 e un importo medio di 872 euro;
- Isernia, con aliquota IMU del 1,06/1.000 e un importo medio di 1.150 euro;
Se l’immobile di proprietà è abusivo o occupato il proprietario non è tenuto a pagare l’IMU, purché sia stata fatta regolare denuncia alle autorità. Inoltre è stata approvata l’esenzione del pagamento per i territori colpiti dai terremoti del 2012 e del 2016.