Quali sono le nuove esenzioni TARI 2023 per le case in affitto, in comodato, ereditate, in usufrutto e usucapione? Ecco cosa prevede la legge in vigore.
C’è chi deve pagare per forza e chi può godere delle nuove esenzioni totali e parziali: ecco cosa è cambiato nel 2023 per la TARI, la tassa sui rifiuti. In particolare, sono interessate alle esenzioni le case in comodato, in usufrutto, ereditate, in usucapione e affittate, ma secondo regole precise.
Le esenzioni, di norma riguardano quasi tutti i pagamenti delle imposte sugli immobili, ma soprattutto IMU e TARI, e ogni anno cambia qualcosa a proposito degli obblighi, degli sconti o delle dispense. Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, la TARI deve essere pagata in generale da ogni soggetto che occupa a qualsiasi titolo, case o altro immobile, in qualsiasi area suscettibile di produrre rifiuti.
In base a ciò l’obbligo al pagamento ricade sui proprietari di case, sui comodatari, gli usufruttuari e su chi ha ricevuto case in eredità. Ma pure su chi ha ricevuto case in usucapione e gli inquilini di casa in affitto. Proprio in questo senso, per le case in comodato, ereditate, usufrutto, usucapione o affittate il pagamento dell’imposta spetta sempre a chi occupa l’immobile e non al proprietario (che invece paga l’IMU).
Quali sono dunque le nuove esenzioni totali e parziali. Per le fattispecie elencate, cioè per coloro che occupano un immobile in comodato, per eredità, in usufrutto o in affitto esistono poche possibilità di esenzione. Sostanzialmente, solo in pochi casi specifici è possibile avere uno sconto o non pagare la tassa.
Riguardo agli sconti sono previste riduzioni del 20% per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti o per svolgimento del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento. Ma questo vale anche per i proprietari. L’esenzione di pagamento avviene solo quando le case risultano del tutto disabitate e prive di arredi e utenze o inagibili.
Disabitato è un immobile non solo non utilizzato, ma anche senza allacci ai servizi basilari, come elettricità, acqua e fognature. Se la casa è effettivamente disabitata ma è arredata e ha allacci di luce e gas, con utenze attaccate e registrate, la TARI si deve pagare comunque.
Probabilmente potrebbero arrivare delle piccole modifiche, con costi variabili per la TARI in proporzione alla residenza in un determinato luogo. L’idea è che il costo del tributo sia calcolato in maniera proporzionale tra non residenti e residenti: i residenti con continuità in un territorio comunale devono pagare di più perché, in teoria, producono una maggiore quantità di rifiuti.
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