La legge 104 tutela le persone con disabilità e i loro familiari garantendo, tra l’altro, agevolazioni, permessi e congedi straordinari.
Il congedo straordinario è disciplinato dall’articolo 42 del decreto legislativo numero 151 del 26 marzo 2001, poi modificato dal decreto legislativo numero 119 del 2011. Si tratta di un periodo di congedo che fa parte del pacchetto di agevolazioni concesso ai lavoratori dipendenti sia del settore statale sia del settore privato.
La durata massima è due anni, ma può essere utilizzato per intero o frazionato in giorni o settimane: mai a ore. Si tratta di un periodo di aspettativa che, però, non possono beneficiare tutti. Infatti, per ottenerlo è necessario che il familiare sia riconosciuto come disabile grave e sul verbale Legge 104 ci sia la seguente dicitura: “Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)”.
Durante il congedo legge 104 il lavoratore può fare molte cose, però, dovrà fare attenzione perché il rischio non è solo di perdere questa agevolazione ma anche il lavoro.
Cosa si può fare durante il congedo legge 104
Per capire cosa si può o non si può fare durante il congedo straordinario riassumiamo di cosa si tratta. In sintesi, è una agevolazione che il lavoratore dipendente può ottenere per assistere un familiare disabile.
Nonostante non esista una normativa che elenchi ciò che si può o non si può fare durante il congedo legge 104 per ottenere delle risposte ci si riferisce all’interpello numero 30 del 2012 del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
L’interpello stabilisce che il lavoratore in congedo può assentarsi qualora debba svolgere attività che riguardano la persona con disabilità. Può farlo anche per sé stesso perché la legge non obbliga il lavoratore a stare 24 ore su 24 accanto alla persona con disabilità.
Quindi, durante questo periodo al lavoratore è concesso, per esempio, di:
- andare in palestra;
- uscire a pranzo o a cena con amici e altri familiari;
- fare la spesa o altre commissioni;
- andare dal medico o in farmacia per sé stesso o per il familiare;
- effettuare visite sanitarie;
- fare una vacanza con il familiare che si assiste.
Però, tutte queste attività dovranno essere svolte dopo aver fornito l’assistenza necessaria al familiare disabile. Ciò significa, quindi, sono permesse per fornire “una boccata d’aria” al lavoratore caregiver per ricaricarsi e continuare a fornire una migliore assistenza.
È possibile farsi aiutare da una badante
Insomma, un lavoratore che fruisce del congedo può prendersi cura non solo del familiare disabile ma anche si sé stesso. Però solo dopo aver fornito tutta l’assistenza alla persona disabile e l’assenza dovrà essere di poche ore. Quindi, qualora il familiare abbia una disabilità tale da aver bisogno di assistenza continua potrebbe essere necessario affidarsi a una badante durante le ore di assenza.
Attenzione però perché anche in questo caso l’assenza dovrà essere breve e non prolungata altrimenti c’è il rischio di una denuncia per truffa aggravata. Di conseguenza, il lavoratore rischierebbe il licenziamento per giusta causa. Questo perché può effettuare dei controlli nel caso in cui pensa che ci sia un abuso nella fruizione del congedo straordinario.