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Se sapessi questa cosa sulla tua pensione non dormiresti la notte | Mazzata INPS

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Riccardo Magliano

Con una legge pensionistica già molto complicata ora bisogna anche tenere conto di ciò c’é l’INPS nasconde. Un motivo infuriarsi.

Sul quello che occorre fare per andare in pensione vengono ripetute sempre le solite cose. Vero che i requisiti pensionistici sono quelli che vengono ripetuti dall’inizio dell’anno, ma c’é anche dell’altro che non tutti sanno.

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Proteste dei lavoratori per le novità sulle pensioni nascoste dall’INPS – ANSA – ilovetrading.it

Non é semplice tenere traccia di tutte le modifiche che la legge pensionistica italiana subisce di anno in anno. Con il costante bisogno di riforme strutturali dal nostro sistema pensionistico e la grande difficoltà che si presenta ogni volta che un Governo cerca di proteste avanti la propria idea, molte modifiche vengono introdotte e tolte nel tempo di un paio di legislazioni, portando i cittadini a non capirci niente.

La base, comunque, non cambia. Secondo la legge Fornero, che tutela le regole delle pensioni in Italia, la pensione di vecchiaia può essere richiesta se si é raggiunto almeno i 67 anni di età e maturato almeno 20 anni di contributi versati all’INPS o ad altra cassa previdenziale.

Questi requisiti per la classica pensione di vecchiaia sono ben conosciuti anche perché ripetuti fino allo sfinimento in svariate occasioni dall’INPS, ma in molti non sanno che esiste un altro requisito per alcuni lavoratori che potrebbe fregare chi ha raggiunto l’età necessaria per andare in pensione.

Il requisito é quello dell’assegno della pensione ed é una informazione che viene spesso taciuta visto quanto potrebbe fare innervosire che ne viene al corrente. Secondo quanto stabilito dalla legge Fornero, per i contributivi puri si aggiunge la necessità di versare contributi in modo tale da avere un assegno pensionistico pari almeno a 1,5 volta l’assegno sociale.

La fregatura del nuovo calcolo contributivo

I contributivi puri sono quei lavoratori che hanno cominciato a versare i propri contributi all’INPS dopo il 31 dicembre 1995, data in cui é stato fatto il cambio del calcolo degli assegni pensionistici dal metodo retributivo a quello contributivo.

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Novità sulle pensioni, i contributivi puri si ritireranno più tardi di quanto credono – ANSA – ilovetrading.it

Con il nuovo calcolo si ottengono degli assegni pensionistici inferiori rispetto a quelli calcolati in precedenza e per evitare che alcuni pensionati abbiano degli assegni troppo bassi lo Stato ha deciso di impedire alle persone di andare in pensione prima di aver raggiunto una quota ottimale dell’assegno pensionistico.

1,5 volte l’assegno sociale nel 2023 corrisponde a 754,91 euro, che é una cifra impossibile da raggiungere con solo 20 anni di contributi versati all’INPS. Questo significa che gli anni di contribuzione minimi per poter accedere alla pensione saranno necessariamente di più. Da notare che il valore dell’assegno sociale cambia ogni anno, quindi lo stesso valore potrebbe cambiare nel tempo.

Aiutarsi a calcolare il proprio assegno pensionistico

Avere sotto controllo la propria pensione é quindi fondamentale per potervi accedere nel prossimo futuro. Fortunatamente l’INPS ha messo a disposizione uno strumento per aiutarci. Il simulatore di pensione Pensami, disponibile sul sito dell’INPS gratuitamente, é un programma che permette di calcolare l’assegno pensionistico di un utente a partire dai dati che lui stesso inserisce nel programma.

Se si hanno tutti i dati richiesti e lì si inserisce in maniera precisa é possibile sapere in anticipo a quanto ammonterà l’assegno pensionistico. Da notare che questo calcolo non é certo al 100%. Da una parte perché il calcolo é tarato sulla legge pensionistica del 2023, che potrebbe non essere la stessa tra qualche anno, dall’altro perché si basa sui dati degli utenti e non quelli dell’INPS.

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