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Permessi legge 104: cosa puoi (e cosa non puoi) fare | Il licenziamento è dietro l’angolo

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Samanta Airoldi

Vediamo nel dettaglio cosa si può e cosa non si può fare con la legge 104 per non correre il rischio di venire licenziati.

La legge 104 / 1992 riconosce i diritti dei lavoratori affetti da disabilità grave. Tuttavia chi fa un uso improprio dei permessi può essere licenziato per giusta causa. In questo articolo vi spieghiamo cosa si può e cosa non si può fare con la legge 104.

Legge 104, permessi
Chi abusa dei permessi della legge 104 può essere licenziato/ Ilovetrading.it

Grazie alla legge 104 del 1992 un lavoratore dipendente- sia del pubblico sia del privato – ha diritto ad avere ogni mese tre giorni di permesso retribuiti per se stesso – se affetto da disabilità grave certificata – o per assistere un familiare fino al terzo grado di parentela. Pertanto si può beneficiare della 104 per assistere il proprio coniuge o convivente di fatto, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella, uno zio o un cugino.

La legge 104 permette, inoltre, di godere di tutta una serie di agevolazioni: bonus sull’acquisto di determinati elettrodomestici, impossibilità di essere trasferiti in un’altra sede di lavoro senza il proprio consenso, inserimento nelle liste delle categorie protette. Si continua a beneficiare di tali agevolazioni anche in caso di separazione dal coniuge disabile mentre decadono del tutto in caso di divorzio.

Legge 104: ecco quando si può essere licenziati

Chi gode dei permessi consentiti dalla legge 104 per assistere un parente, ha, tuttavia, determinati obblighi da rispettare altrimenti può anche essere licenziato per giusta causa dall’azienda. Vediamo, dunque, cosa si può e cosa non si può fare.

Cosa non si può fare con la legge 104
In certi casi si può uscire durante i giorni di permesso/ Ilovetrading.it

Le giornate di assenza dal lavoro sono giustificabili nella misura in cui queste si svolgono in funzione dell’assistenza di cui necessita il disabile. Ciò significa che il lavoratore non può abusare di tali permessi per svolgere attività che non c’entrano nulla con l’assistenza. Non può, ad esempio, fare gite fuori porta o passare le giornate al mare, in piscina, dal parrucchiere o in palestra.

Questo non significa che il lavoratore deve restare chiuso in casa 24 ore su 24. La normativa non impone assolutamente questo. Si può uscire ma per sbrigare pratiche che riguardano il familiare invalido come, ad esempio, andare a comprargli il cibo o i medicinali o andare a prenotare visite o andare in Posta o in banca al suo posto. Da precisare, inoltre, che l’assistenza non deve coincidere necessariamente con gli orari di lavorativi del contribuente. Infatti, si tiene conto delle esigenze del familiare disabile in questi casi e delle sue necessità.

Non solo: è stato recentemente stabilito dalla Corte di Cassazione che è possibile beneficiare dei permessi della 104 anche se il familiare disabile è già assistito da una badante o da una collaboratrice domestica. Infatti il lavoratore ha diritto a solo tre giorni al mese di permessi mentre una persona con invalidità grave necessita di assistenza ogni giorno. Inoltre, per legge, una badante o una collaboratrice domestica devono avere dei giorni di riposo e hanno diritto a permessi speciali. Pertanto la legge 104 è perfettamente compatibile con la presenza di una badante fissa.

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