Anche per le seconde abitazioni si può beneficiare di una serie di sconti ed esenzioni sulla TARI e sull’IMU. Ma solo a certe condizioni.
Lo Stato riconosce molte agevolazioni fiscali ai contribuenti che possiedono immobili. In alcuni casi, infatti, è possibile ridurre o azzerare le imposte da versare. Per averne diritto, tuttavia, i contribuenti devono rispettare specifici requisiti. Molti benefici sono concessi non solo dalla normativa statale ma anche da quella degli Enti locali. Per questo motivo, è opportuno consultare sempre il regolamento del Comune in cui è ubicato l’immobile, per scoprire se ci sono esenzione e riduzioni richiedibili.
Sono due le tasse sulla casa e gli immobili che gravano maggiormente sulle finanze delle famiglie italiane: l’IMU e la TARI. Fortunatamente, i vantaggi economici a cui i proprietari possono accedere sono numerosi.
Riduzione IMU fino al 75% ed esenzione totale: in quali ipotesi spetta?
L’IMU è l’Imposta Municipale Unica, la tassa dovuta da tutti i possessori di immobili a uso abitativo e commerciale, fabbricati, aree fabbricabili e terreni, ad eccezione delle prime case che non rientrano tra le abitazioni di lusso.
Per il 2023, tuttavia, anche i possessori di seconde case potranno beneficiare di uno straordinario vantaggio. Ad essere interessate saranno le case vuote e disabitate, dismesse, oppure abitate per poco tempo nell’arco di un anno (per esempio, solo durante i mesi estivi o invernali).
Bisogna sempre verificare le regole vigenti nel proprio Comune ma, in linea di massima, le ipotesi in cui l’IMU sulla seconda casa è ridotto fino alla metà del dovuto sono le seguenti:
- case inagibili o inabitabili. In tal caso, il proprietario ha diritto alla riduzione del 50% sull’Imposta Unica. Nella Dichiarazione IMU, che va trasmessa entro il 30 giugno, deve essere allegata l’attestazione di inagibilità o inabitabilità rilasciata da un tecnico abilitato;
- immobili storici e artistici. Lo sconto del 50% spetta indipendentemente dal fatto che la casa sia disponibile oppure sia stata concessa in affitto o in comodato a terzi;
- case affittate con canone concordato. Tale circostanza produce una riduzione dell’IMU del 75%;
- abitazioni in comodato a figli o genitori. Per beneficiare della riduzione sulla tassa, il comodante deve avere una sola abitazione e risiedere nello stesso Comune. La riduzione, inoltre, è applicabile soltanto alle abitazioni non di lusso e assegnate in comodato d’uso gratuito, con contratto regolarmente registrato a figli o genitori, che la usano a titolo di abitazione principale;
- abitazioni di persone non residenti in Italia. Tale previsione è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 e si riferisce ai pensionati non residenti in Italia, ai quali spetta lo sconto IMU del 50% e la riduzione di 2/3 della TARI.
Si ha, infine, diritto all’esenzione totale dal pagamento dell’IMU per la ex casa coniugale, ossia la casa familiare che è stata assegnata dal giudice al genitore affidatario dei figli.
Esenzione TARI sulla seconda casa: attenzione a questo requisito
La TARI è la tassa sui rifiuti introdotta nel 2014 e dovuta per tutti i locali suscettibili a produrre rifiuti urbani. Anche per tale imposta sono previste delle agevolazioni. Innanzitutto, le case disabitate sono esenti dal versamento della TARI perché, se nessuno vive in quei luoghi, non potranno, ovviamente, essere prodotti dei rifiuti.
È necessario, tuttavia, che l’inutilizzabilità dell’immobile sia provata in maniera oggettiva. Ad esempio, un locale è inutilizzabile se privo di impianti elettrici, idrici e fognari, oppure se è inagibile o inabitabile.
In tal senso, un immobile provvisto di tutte le utenze è perfettamente tassabile anche se non viene utilizzato per l’intero anno ma solo per qualche mese. I Comuni, di solito, stabiliscono degli sconti delle aliquote per le “abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo”, ai sensi dell’art. 1, comma 659, della Legge 147/2013.
Le modalità di calcolo della TARI possono cambiare a seconda della zona in cui è ubicato l’immobile (mare, montagna, campagna, città) e del numero dei membri della famiglia.
Il Comune, tuttavia, applica spesso una tassazione forfettaria, determinata sulla base di soli dati presunti, che possono anche differire di molto dalla reale situazione. Questa circostanza causa spesso contenziosi tra contribuenti e Fisco.