Non è un periodo facile per chi ha un mutuo a tasso variabile, quando è preferibile estinguerlo e quando invece è meglio tenerlo? Ecco una panoramica della situazione.
Di questi tempi estinguere un mutuo è o meno la scelta giusta? Tutti sono consapevoli del fatto che i mutui a tasso variabile stanno attraversando una fase complicata e, dati alla mano, ci si sta ritrovando a spendere centinaia o addirittura migliaia di euro in più all’anno rispetto a quanto accadeva nel 2022. Da qui il pensiero di optare per l’estinzione del mutuo così da liberarsi definitivamente di rate ed interessi.
Ma prima di procedere in questo modo occorre prendere in esame una serie di variabili, su tutti la capacità finanziaria della propria famiglia, per non ritrovarsi in seguito a dover rimpiangere la propria scelta. Sottrarre al proprio patrimonio un’ingente quantità di denaro per chiudere il mutuo potrebbe infatti portare con sé anche innumerevoli svantaggi, a cominciare dall’impossibilità di investire il denaro e ‘farlo fruttare’.
Estinzione del mutuo, quando conviene davvero? I casi e l’opinione degli esperti
La situazione va dunque esaminata in modo poliedrico così da avere una panoramica completa sia dei benefici che dei rischi legati all’estinzione in base alle specifiche caratteristiche del mutuo; e capire quando convenga davvero estinguerlo e quando invece sia meglio utilizzare il proprio denaro in altra maniera. Se le rate del mutuo, pur in aumento, restano sostenibili, fronteggiarne l’estinzione anticipata potrebbe non tradursi in una vera e propria convenienza in quanto il denaro si sarebbe potuto utilizzare per investimenti con alto margine di profitto.
Occorre inoltre considerare in quale stato di avanzamento si trova il mutuo, le differenze tra un’estinzione parziale e totale nonché la penale prevista per l’estinzione anticipata, un esborso del quale pochi tengono conto. Con estinzione parziale si intende il versamento di una cospicua somma che andrà scalata dall’ammontare totale portando ad un ricalcolo delle rate residue il cui importo verrà ridotto; è possibile anche lasciare l’importo invariato così da finire di pagarlo prima.
È meglio farlo quando il tasso di interesse è ancora alto, perché sia davvero conveniente. L’estinzione totale prevede il versamento dell’importo residuo: questo comporta che l’istituto di credito cancelli, entro 30 giorni dal pagamento, l’ipoteca. Sconsigliabile farlo quando è ormai prossimo alla scadenza ed il peso degli interessi è ormai quasi nullo: il peso delle penali potrebbe rendere la procedura sconveniente.
La penale per l’estinzione dei mutui
L’estinzione anticipata di mutui e prestiti senza penali è prevista dalla legge Bersani del 2007 ma questo riguarda solo mutui relativi a contratti da persone fisiche, stipulati per acquistare immobili ed unità abitative che siano utilizzati dal mutuario per viverci o per esercitare attività professionale.
Altri tipi di mutui, compresi quelli contratti prima del 2007, prevedono ancora una penale che va dallo 0,50% allo 0,20% per i mutui a tasso fisso (con estinzione prima del terzultimo anno o nel corso del terzultimo anno) e possibile riduzione dello 0,20% se la penale contrattuale è inferiore ai massimali previsti dal decreto. Se si estingue nella prima metà un mutuo a tasso variabile sottoscritto dal 31 dicembre 2000 la penale è dell’1,90% che diventa 1,50% se l’estinzione avviene tra la metà e il quartultimo anno e dello 0,20% se l’estinzione avviene nel terzultimo anno.