La maggiorazione contributiva è utile per andare in pensione in anticipo. Ma quali effetti produce sull’ammontare dell’assegno pensionistico?
I lavoratori invalidi almeno al 74% godono di un enorme vantaggio previdenziale, la cd. maggiorazione contributiva, grazie alla quale si possono raggiungere in anticipo i requisiti per la pensione.
La maggiorazione contributiva viene considerata non solo per la maturazione del diritto alla pensione ma anche per la misura della stessa. Non tutti i pensionati, tuttavia, possono usufruire dell’incremento della prestazione.
L’aumento dell’assegno riguarda solo le prestazioni che ricadono nel sistema retributivo. Solo, quindi, per coloro che hanno accreditato versamenti fino al 31 dicembre 1995.
Chi, invece, ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996 e soggiace al sistema contributivo puro, può beneficiare della maggiorazione contributiva solo ai fini del diritto alla pensione, smettendo di lavorare in anticipo.
In base all’attuale normativa previdenziale, per ciascun anno di lavoro svolto, vengono riconosciuti due mesi di contributi figurativi ulteriori, fino ad un massimo di 5 anni.
Ad esempio, un lavoratore invalido al 75% ha 38 anni di contribuzione accreditata, dei quali uno prima del compimento del diciannovesimo anno di età e altri 3 a titolo di contribuzione figurativa. Se si sommano tutti i versamenti maturati, potrà andare in pensione con Quota 41 per lavoratori precoci, beneficiando, inoltre, di un assegno più elevato nell’ipotesi in cui i contributi figurativi si riferiscano agli anni antecedenti il 31 dicembre 1995.
Ma facciamo un ulteriore esempio. Un lavoratore invalido ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e, dunque, ricade nel calcolo contributivo puro. In questo caso, può avvalersi della maggiorazione contributiva solo per maturare prima i requisiti per la pensione di vecchiaia, ma non anche per aumentare la cifra dell’assegno spettante.
Tale differenziazione è dovuta al fatto che, con il metodo contributivo, non si valutano gli anni di lavoro svolto ma il cd. montante contributivo, ossia la quantità di versamenti previdenziali accumulati. La maggiorazione contributiva non ha alcuna incidenza sul montante contributivo.
La domanda di accesso al diritto alla maggiorazione va inviata all’INPS al momento di presentazione della richiesta di pensionamento.
Nel modulo da compilare deve essere selezionata la voce relativa alla “Maggiorazione contributiva per invalidità“, all’interno della sezione “Richieste particolari agevolazioni di legge (riduzione età pensionabile e incremento anzianità contributiva)“.
Bisogna, inoltre, indicare la dicitura “Incremento dell’anzianità contributiva di due mesi per ogni anno di servizio effettivo (legge n. 388/2000, art. 80, comma 3)“, con la specificazione del motivo per il quale il lavoratore intende avvalersi all’agevolazione.
I contribuenti sordi, invalidi civili con una percentuale maggiore del 74%, gli invalidi di guerra e gli invalidi civili di guerra devono anche allegare il verbale rilasciato dalla specifica Commissione medica.
Sempre di corsa? Ti capisco, ma ho un trucco che può aiutarti a liberare tempo…
La pressione fiscale in Italia è uno degli argomenti più discussi e sentiti sia da…
L’assicurazione auto è una polizza di responsabilità civile che i proprietari di un autoveicolo devono…
Sicuramente avrete sentito parlare della fine del Mondo in termini di città più a Sud,…
Reduce da un enorme successo agli Oscar, Oppenheimer si è portato casa diverse statuette, tra…
Organizzare una cerimonia di matrimonio tradizionale, al giorno d’oggi, può rappresentare una vera e propria…