L’utilizzo crescente dell’Intelligenza Artificiale può avere effetti negativi sull’occupazione ed ambiente
L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla nostra società sta crescendo giorno dopo giorno. Fare a meno della tecnologia sembra diventato praticamente impossibile per tutti. Tra i settori che più sta incidendo l’Intelligenza Artificiale c’è senza dubbio quello del lavoro.
Affidarsi a sistemi computerizzati che sono in grado di sostituire di fatto l’uomo risulta essere un vantaggio non di poco conto per le aziende in termini di costi e produttività. Questo perché si raggiungono livelli di produzioni alti e decisamente più veloci spendendo poco. E’ fuori discussione che un computer costi nettamente inferiori di un operaio perchè su quest’ultimo hai un carico di costi maggiori.
Se da un lato dunque si può produrre decisamente di più dall’altro bisogna chiaramente riflettere anche sugli effetti negativi che può avere sul lavoro l’affidarsi solo ed esclusivamente all’Intelligenza Artificiale. Ci sono delle mansioni che rischiano praticamente di sparire con conseguenze decisamente importanti per quanto riguarda l’occupazione e non solo.
Quali sono gli effetti negativi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale
Con il crescente timore che l’automazione e l’IA cambino il nostro modo di lavorare e portino a un aumento della disoccupazione, ci si interroga su quali lavori saranno sostituiti dalle macchine in futuro. Alcuni esperti sottolineano che i potenziali cambiamenti nel lavoro sono imminenti: entro il 2030, si stima che tra i 75 e i 375 milioni di lavoratori (tra il 3 e il 14% della forza lavoro globale) dovranno cambiare lavoro e imparare nuove professioni. Ciò rivela un ampio divario nelle previsioni, dalle più ottimistiche alle più pessimistiche, e riflette il fatto che molti esperti del settore tecnologico e commerciale non condividono una visione comune del futuro del nostro mercato del lavoro.
La transizione verso un modo più automatizzato comporterà una drastica riduzione di lavoro per questi settori poco qualificati dove la retribuzione risulta essere bassa. La conseguenza sarebbe che si avrebbe una disoccupazione di massa crescente. Inoltre entrano poi in gioco anche altri parametri come gli algoritmi che molto spesso non hanno alcun tipo di trasparenza e spiegazione risultando così non modificabili e controllabili.
Inoltre l’automazione fa aumentare il rischio, in ottica di raccolta dati, di errori e quanto altro poichè non c’è alcun tipo di filtro che invece può garantire senza ombra di dubbio un uomo. In particolare molti algoritmi possono essere totalmente sbagliati inducendoci all’errore senza che possiamo accorgercene.
L‘Intelligenza Artificiale può avere un impatto positivo sull’ambiente, ad esempio consentendo alle reti intelligenti di regolare la domanda di elettricità o alle città intelligenti e a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, l’IA può anche causare danni ambientali significativi a causa del consumo intensivo di energia.
Uno studio del 2019 ha rilevato che un certo tipo di IA (apprendimento profondo nell’elaborazione del linguaggio naturale) lascia un’enorme impronta di carbonio perché l’hardware richiede molta energia. Secondo gli esperti, l’addestramento di un singolo modello di intelligenza artificiale produce 300.000 kg di emissioni di CO2 – l’equivalente di 125 voli di andata e ritorno da New York a Pechino, o cinque volte le emissioni di un’automobile media (americana) nel corso della sua vita.
Secondo uno studio condotto da Goldman Sachs, i posti di lavoro a rischio a causa della diffusione dell’Intelligenza Artificiale sono 300 milioni. Un dato decisamente elevato. A rischio disoccupazione sono quelle mansioni che non richiedono particolari qualifiche per essere svolte per cui l’avvento dell’automazione può portare più velocità di produzione e meno costi per l’imprenditore. Tra i lavori più a rischio ci sono i commessi, i contabili, gli operai ed anche gli impiegati amministrativi.