Quando un lavoratore non è più in grado di sostenere la sua attività può andare in pensione anticipatamente. Questo il caso di lavoratori con invalidità.
Il nostro Stato ha il dovere costituzionale di prendersi cura delle persone fisicamente più svantaggiate. A loro sostegno c’è la Legge 104, che permette di accedere a bonus e agevolazioni apposite per persone con disabilità. Compreso un sistema di pensionamento anticipato esclusivo.
La Legge 104 del 5 febbraio 1992 tutela i disabili con una serie di aiuti e agevolazioni. All’interno della legge sono previste una serie di misure, agevolazioni, bonus e altro che consentono allo Stato di aiutare le persone con disabilità fisiche e/o mentali a condurre la propria vita controbilanciando i problemi che queste condizioni possono dare. Tra queste misure troviamo degli aiuti economici come la pensione di invalidità, oppure la possibilità per le persone che si prendono cura di un parente (caregiver), di ottenere permessi speciali dal lavoro.
Per i lavoratori dipendenti che hanno una disabilità civile almeno dell’80% che compromette la propria attività lavorativa, la Legge 104 prevede la possibilità di un pensionamento di vecchiaia anticipato. Non si tratta di una misura di pensionamento anticipato come lo sono ad esempio: Opzione Donna o Ape Sociale. Ma della possibilità di andare in pensione di vecchiaia prima di aver compiuto i canonici 67 anni di età secondo la legge pensionistica italiana. Il requisito di età è di 56 anni per le donne e di 61 anni per gli uomini, in entrambi i caso il lavoratore o la lavoratrice devono aver completato almeno 20 anni di contribuzione.
Chi può ottenere la pensione con legge 104 e come richiederla
Confermati i requisiti sopra citati, i lavoratori che vogliono andare in pensione di vecchiaia tramite questa procedura anticipata per la Legge 104 devono inviare la domanda all’INPS sulla piattaforma online dell’ente previdenziale accessibile con credenziali SPID, CIE o CNS.
Alla domanda deve essere allegato anche un certificato medico compilato dal medico curante che attesta la sussistenza della disabilità grave per cui si richiede il pensionamento. La domanda e il relativo certificato saranno quindi sottoposti ad un esame da parte di una commissione medica dell’INPS per confermare la patologia.
Se la commissione medico legale, darà parere positivo rispetto alla domanda e all’allegato, il lavoratore potrà andare in pensione a decorrere dal primo giorno lavorativo del mese successivo all’apertura della finestra mobile. La finestra dovrà essere considerata a far data dal perfezionamento del requisito anagrafico, qualora la commissione dell’INPS dichiarasse che lo stato di invalidità non inferiore all’80% risulti sussistere alla data precedente il compimento dell’età anagrafica richiesta.
Andare in pensione per limitare i danni fisici
Per molte persone che soffrono di disabilità gravi ma che comunque lavorano questo sistema di pensionamento è un’ottima soluzione per non aggravare ulteriormente la propria condizione fisica. Utilizzando questa via si può fare in modo che molti lavoratori possano cominciare a godersi il pensionamento quando la disabilità fisica comincia a pesare maggiormente.
C’è inoltre da dire come questa misura si combina bene con l’assegno ordinario di invalidità. I percettori di quest’ultimo possono chiedere la trasformazione dell’assegno in pensione di vecchiaia inviando la relativa documentazione a corredo della domanda all’INPS.