Quello che una volta era il principale bonus per i lavori edilizi oggi sta sbiadendo. Quali sono le regole del 2023 per le villette?
Alla sua introduzione il Superbonus 110% doveva essere la misura che avrebbe rivitalizzato il settore delle costruzioni in Italia. Effettivamente molto utilizzato in passato, è stato anche teatro di varie truffe ai danni dello Stato che ne hanno poi decretato la cancellazione.
Il Superbonus 110%, istituito dal Governo Conte II nel 2020, sarebbe dovuto essere il bonus che avrebbe fatto ripartire il sistema dell’edilizia italiana in un momento di grave crisi come quello della pandemia. Il bonus si è rivelato un successo per alcuni punti, essendo uno dei più richiesti degli anni 2020 e 2021, ma fin da subito ha mostrato il fianco ad alcune criticità. Il meccanismo della cessione del credito, il preferito degli italiani al momento di massimo splendore del bonus, ha fatto si che molti, sia privati che aziende costruttrici, riuscissero a mettere a segno truffe ai danni dello Stato.
Il Superbonus è così diventato il centro di un’accesa battaglia politica in merito al metodo di riconoscimento dei bonus da parte dello Stato. Il principale bonus edilizio ha quindi subito ripetute modifiche al suo testo fino alla cancellazione della possibilità di ottenere il bonus tramite la cessione del credito.
Decisione che ha messo in ginocchio molte imprese di costruzione che aspettavano la liquidità garantita dal Superbonus 110% per continuare cantieri già avviati e finanziati solo per metà. Quando a fine 2022 è salito al Governo il centrodestra con a capo Giorgia Meloni, tra le più accese detrattrici del Superbonus, sapevamo che le cose sarebbero cambiate.
Similmente a come è successo con il reddito di cittadinanza è stata condotta un’operazione di progressivo smantellamento del Superbonus.
Già nel 2023 l’aliquota del bonus è passata dal 110% al 90%, con la prospettiva di una ulteriore diminuzione al 70% per il 2024, e senza la possibilità di fare la cessione del credito. Ci sono delle eccezioni però per quanto riguarda gli edifici unifamiliari e sulle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti o che abbiano un accesso autonomo dall’esterno.
Per queste unità immobiliari è ancora oggi possibile ottenere il Superbonus con l’aliquota al 110% per le spese dei lavori di ristrutturazione sostenute entro il 30 settembre 2023. Questo a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati almeno il 30% dei lavori complessivi dell’intero intervento previsto nel progetto.
Per chi richiede il Superbonus per lavori di ristrutturazione nel 2023 la normativa da seguire è quella decisa il 1 aprile dal Governo Meloni. Da quel momento l’aliquota del Superbonus è del 90% e disponibile a chi è proprietario dell’immobile o detentore di diritto reale sull’unità immobiliare a patto che questa sia adibita ad abitazione principale. Alla percezione del Superbonus è anche stato apposto un requisito di reddito.
Il richiedente deve avere un reddito di riferimento ISEE non superiore a 15.000 euro. La buona notizia è che chi fa un progetto per cui alla data del 30 giungo 2023 ha completato almeno il 60% lavori necessari per l’intero intervento può percepire il bonus al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.
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