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Stop caldaie a gas: come prepararsi alla mazzata e come risparmiare | Nuove regole ecologiche

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Giuseppe F.

Presto si dovrà dire addio alle caldaie a gas. L’Europa ha già previsto una data per la dismissione totale, che è più vicina di quanto ci si potesse aspettare.

L’intenzione è chiara: l’UE ha previsto entro pochi anni lo stop della caldaie a gas. Il tutto per emancipare l’Eurozona dalla dipendenza da tale combustibile inquinante e forzare la popolazione ad adottare nuove forme di riscaldamento più sostenibili. Tutto bello, da un punto di vista ecologico e sociale. Ma il pericolo principale è che gli italiani debbano affrontare una nuova, pesante spesa.

Arriva lo stop alle caldaie a gas
Stop alle caldaie a gas – ilovetrading.it

Ma qual è la data cruciale che sta suscitando tanta preoccupazione? Lo stop alle caldaie a gas dovrebbe essere reso definitivo entro il 2029. C’è una strategia chiara, il piano RePowerEU, confermata nella bozza di revisione del regolamento Ecodesign sulle etichette degli apparecchi per il riscaldamento.

Nella bozza, infatti, si legge che ci dovrà essere lo stop delle caldaie a gas esistenti in Europa e di quelle tradizionali alimentate anche da altre fonti come l’idrogeno. Fra sei anni, quindi, le caldaie a gas saranno vietate in tutte le abitazioni di tipo privato.

Succederà in Italia e in tutto il territorio compreso dall’UE. E questa condizione mette in seria difficoltà tante famiglie italiane, dato che comporterà una grossa spesa, teoricamente insostenibile per molti nuclei familiari.

Stop alle caldaie a gas in tutta Europa: una cattiva notizia per gli italiani

Dopo la consultazione e le modifiche, la palla passerà al Parlamento europeo e al Consiglio, che non potranno modificare il testo ma soltanto approvarlo o respingerlo. E si prevede che arriverà un’approvazione.

Stop alle caldaie a gas in UE
L’Europa dice addio al gas – ilovetrading.it

Il problema è che l’installazione di nuovi impianti ha un costo elevato, e che l’Italia, a oggi, non ha previsto nessun tipo di agevolazione per la sostituzione dei vecchi impianti. Il Governo Meloni sta infatti facendo muro, senza capire che la svolta sembra inevitabile.

L’unica buona notizia è che chi già ne ha una in casa non dovrà per forza sostituirla: il divieto vale solo per le nuove vendite e installazioni. Se la vecchia caldaia si rompe, però, si è obbligati a scegliere una caldaia non a gas. Le alternative sono le pompe a calore e le caldaie a biomassa, oppure le nuove caldaie elettriche e ioniche o geotermiche.

Di certo la pompa a calore che è quella che scalda meglio l’ambiente e l’acqua sfruttando l’elettricità. Inquina di meno e dovrebbe costare meno del gas. Purtroppo, però, questo apparecchio, per rendere al massimo, deve essere collocato in un contesto abitativo preciso: ben isolato e coibentato.

Quindi le pompe a calore renderanno meno in case non ristrutturate e che non sono coibentate in modo funzionale. Un’alternativa più flessibile è rappresentata dalla caldaia a biomassa. Con questo tipo di apparecchio, in teoria, dovrebbe essere possibile risparmiare, almeno sui costi di installazione e gestioni. Ma il pellet costa parecchio.

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