Tra le molte possibilità di pensionamento a disposizione in Italia c’è anche quella con soli 5 anni di contributi. Una misura che non molti conoscono.
Chi assapora già l’odore di pensione si sarà informato sulle molte soluzioni percorribili. Tra la pensione di vecchiaia e tutte le forme di pensione anticipata si ha una scelta molto varia. C’è una misura molto particolare che non sono in molti a conoscere.
Si tratta di una misura che permette di ritirarsi dal lavoro con soli 5 anni di contributi. La misura è prevista dalla legge Fornero, ma per il momento è disponibile per pochissimi lavoratori. In futuro potrebbe diventare invece più accessibile. Al momento in Italia il pensionamento di vecchiaia può essere raggiunto coi requisiti di 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi versati all’INPS o ad altre casse previdenziali. In alternativa c’è la possibilità di accedere alle molteplici misure di pensionamento anticipato previste per il 2023.
Se nel caso della pensione di vecchiaia l’assegno pensionistico viene poi calcolato in base ai contributi versati all’INPS, per le pensioni anticipate il calcolo viene fatto in modo diverso, restituendo nella maggior parte dei casi una somma inferiore rispetto alla pensione di vecchiaia. Per alcuni, i paletti per la pensione potrebbero rivelarsi ostici da superare, specie per quanto riguarda la barriera dell’età anagrafica. La situazione si complica ulteriormente per i contributivi puri.
Barriere al pensionamento per i contributivi puri
Con questo termine si indicano quei lavoratori che hanno cominciato a versare i propri contributi all’INPS successivamente al 31 dicembre 1995. Nel 1996 è stato fatto il cambio rispetto al calcolo retributivo precedente per cui ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico si considerava anche l’importo degli ultimi stipendi percepiti. Con il sistema contributivo invece il calcolo dell’assegno viene fatto solo considerando gli anni di contributi versati, rendendo gli assegni più bassi.
Prendiamo come esempio Opzione Donna che permette alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni (59 per le lavoratrici autonome) se hanno maturato almeno 35 anni di contribuzione. Oppure l’Ape Sociale, che permette a chi è in stato di disoccupazione per licenziamento o ha subito una riduzione grave della capacità lavorativa di andare in pensione anticipata a 63 anni con almeno 30 anni di contributi.
Questi lavoratori avranno una ulteriore barriera per l’accesso alla pensione di vecchiaia prevista dalla Riforma Fornero. Per evitare assegni pensionistici troppo bassi si concederà di andare in pensione solo a chi ha versato abbastanza contributi da maturare un assegno pensionistico pari almeno a 1,5 volte il minimo.
La possibilità alternativa per chi non arriva all’assegno minimo
In via eccezionale, nel caso in cui il lavoratore non riuscisse a raggiungere l’assegno pensionistico previsto, la Riforma Fornero prevede la possibilità di andare in pensione all’età di 71 anni con un minimo di 5 anni di contributi. In questo caso l’assegno pensionistico percepito sarebbe il minimo possibile.
Si tratta di una deroga pensata per quei lavoratori contributivi puri che non sono riusciti ad andare in pensione di vecchiaia a 67 anni per il mancato soddisfacimento dei requisiti sopra citati. Per il momento si tratta di una possibilità disponibile per poche persone perché pochi sono i contributivi puri che oggi possono andare in pensione.