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La tua casa è a rischio: gli italiani non hanno soldi per i lavori green imposti dall’Europa

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Valentina Trogu

L’Europa impone i lavori per la riqualificazione energetica degli immobili ma le famiglie italiane non hanno i soldi. Cosa può accadere.

L’Eurocamera ha approvato le nuove direttive sulle case green. La decisione finale spetterà a Commissione e Consiglio Europeo, che speranze ha l’Italia?

Svolta green e riqualificazione della casa
La riqualificazione energetica mette a rischio le case degli italiani – Ilovetrading.it

Il pianeta ha bisogno di aiuto prima di oltrepassare il punto di non ritorno. La svolta green è necessaria per coprire gli sbagli commessi negli ultimi decenni ma non si può chiedere ai cittadini di spendere soldi che non hanno. Le politiche per l’ambiente hanno chiari intenti. Gli edifici dovranno essere riqualificati dal punto di vista energetico al pari delle case dei privati.

La direttiva UE obbliga gli Stati membri a ristrutturare gli immobili residenziali e non residenziali per aumentare l’efficienza energetica entro il 2030. La transizione green, dunque, non solo dovrà essere messa in atto ma bisognerà proceder tempestivamente. Una svolta che coinvolgerà sia le costruzioni che le auto (100% elettrico entro il 2035). Ma i soldi chi li mette se i cittadini non li hanno? E parliamo di spese ingenti, basti pensare come un’auto elettrica non costi meno di 20 mila euro.

La casa a rischio se non diventa green, le direttive UE

Gli italiani temono che la loro casa sia a rischio non diventando green e che il valore possa scendere a zero. La direttiva UE impone, nello specifico, che gli edifici siano riqualificati dal punto di vista energetico tenendo conto della classificazione per impatto ambientale su una scala compresa tra A e G.

Classi energetiche case direttive UE
Case a rischio senza riqualificazione energetica – Ilovetrading.it

Il punteggio si basa su criteri soggettivi ed è pari al 15% degli edifici con le garanzie di efficienza energetiche peggiori nella nazione. Significa che la G italiana è differente dalla G di un Paese con caratteristiche socio economiche e storiche diverse. Romania e Polonia, ad esempio, dovranno sostenere spese inferiori dato che partono da un livello di efficienza minore.

Continuiamo con un’altra direttiva UE che mette a rischio le case degli italiani. Gli edifici residenziali devono raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Un decennio per mettere in regola l’abitazione e non ridurre il valore a zero.

Non solo, tutte le nuove costruzioni dovranno essere realizzare ad emissioni zero a partire dal 2028 se costruite da privati e dal 2026 se per fini pubblici. I tempi sono decisamente stretti mentre i costi sono elevati. Tenendo conto delle difficoltà, il Partito Popolare Europeo ha richiesto e ottenuto che i proprietari in difficoltà economica e gli edifici storici siano esentati dagli obblighi di intervento.

Leggiamo questa modifica come una discriminazione tra chi può permettersi la svolta green e dunque aumentare il valore del proprio immobile e chi non ha i soldi necessari e si ritroverà con una casa che varrà zero. Le priorità vanno affrontate ma non a discapito dei cittadini.

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