Quali sono le opzioni disponibili per andare in pensione a 60 anni: casi, requisiti e cosa c’è da sapere in merito.
Andare in pensione a 60 anni può sembrare impossibile eppure a volte si può, non dovendo per forza attendere i 67 anni così come previsto dalla pensione di vecchiaia.
60 anni non è un’età classica per lasciare l’attività lavorativa, in base alle regole previdenziali vigenti, ma per coloro che hanno iniziato a lavorare presto oppure per chi è appartenente a specifiche categorie, vi sono delle opzioni da considerare.
Le opportunità in tal senso sono spesso comunque legate a vincoli, paletti e requisiti particolari da dover soddisfare. E ciò, particolarmente qualora si faccia riferimento a prestazioni in deroga alle regole ordinarie, ovvero di misure che permettono l’anticipo al confronto della pensione di vecchiaia o anticipata.
Fra le opzioni possibili vi è proprio la pensione anticipata ordinaria, che permetterebbe l’accesso alla pensione, nel rispetto di determinate condizioni, a 60 anni, visto che ad esser rilevante in tal caso è la giusta carriera contributiva.
Quest’ultima infatti è una opzione che non si lega ad una età minima, ma esclusivamente al raggiungimento di un certo numero di anni di contributi. Al momento e sino al 2026, occorrono 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) e 41 anni e 10 mesi (donne).
Per acceder a tale pensione a 60 anni i soggetti devono aver iniziato la propria attività lavorativa a 17 o prima, e mantenuta la carriera in assenza di interruzioni.
Andare in pensione a 60 anni con la pensione anticipata ordinaria è possibile vista l’assenza di vincoli di età, con le regole di calcolo che si applicano che sono quelle del misto.
I periodi di lavoro versati al 31.12.95 si calcolano col retributivo, mentre quelli a seguire col contributivo. Soltanto per coloro che hanno diciotto o un numero maggiori di anni di lavoro nel retributivo, vi è l’estensione del calcolo ai periodi lavorati sino al 31.12.2011.
A causa dell’applicazione della legge Fornero, i soggetti ricevono un taglio dell’assegno dell’1% per ciascun anno mancante al raggiungere i 62 anni d’età.
Altra opzione per andare in pensione a 60 anni è la quota 41 anni precoci, dove si richiedono 41 anni di contributi. Questo il nome mediante cui viene indicata la possibilità d’accesso alla pensione anticipata, nel rispetto dei requisiti, senza il necessario raggiungimento di un’età anagrafica specifica, soltanto però circa talune categorie lavorative.
Per “precoci” si intende chi ha iniziato a lavorare da giovane, e occorre un anno di contributi, pur discontinuo, versato prima dei diciannove anni d’età. La misura riguarda chi è disoccupato e quantomeno da 3 mesi ha finito di percepire l’indennità di disoccupazione.
Poi, il caregiver che da un numero non minore di 6 mesi assiste un familiare entro il 2° grado, convivente e con grave handicap, oppure ancora gli invalidi civili con più del 74% d’invalidità. E infine il lavoratore impegnato nel cd lavoro gravoso.
Tale misura non va a comportare penalizzazioni circa gli importi pensionistici.
L’uscita dal mondo lavorativo e dunque andare in pensione a 60 anni è più facile per le donne, grazie a 2 misure che lo permettono. Ad esempio si pensi che si richiedono, per determinate lavoratrici, 56 anni e 20 di contributi con l’invalidità specifica o pensionabile che sia quantomeno all’ottanta per cento.
Occorre tener presente che l’invalidità pensionabile e specifica quantomeno dell’ottanta per cento riguarda una condizione che consente l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata a cinquanta sei anni (donne) e sessantuno (uomini).
Serve venga certificata da parte della commissione medica dell’INPS, non è sufficiente il riconoscimento per esempio dalla commissione medica dell’ASL.
L’invalidità civile permette la ricezione dell’assegno ordinario d’invalidità o la pensione di inabilità civile (prestazioni assistenziali), l’invalidità specifica consente la ricezione della pensione di vecchiaia anticipata (previdenziale)
Per le donne poi vi è anche Opzione Donna; nell’anno corrente consente l’accesso al pensionamento anticipato con trentacinque anni di contributi e sessanta d’età. Il requisito anagrafico va ridursi di 1 anno per ciascun figlio sia al massimo di 2 di sconto.
Tuttavia, si lega soltanto a coloro che prestano assistenza a soggetti con gravi handicap, alle lavoratrici invalidi civili al settantaquattro per cento. E ancora, alle licenziate e a dipendenti di aziende che sono in crisi.
Rispetto alle ultime due categorie, al di là del numero dei figli avuto, vi è modo di lasciare l’attività lavorativa a 58 anni. Il calcolo dell’assegno in tal caso viene fatto col contributivo, dunque un taglio incisivo sulla pensione per coloro che hanno diversi anni di contributi oggetto di versamento prima del 1996.
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